Se uno avesse voluto vedere l'andamento dei lavori sull'approvazione della legge di bilancio, collegandosi al sito della Camera, avrebbe letto che la seduta era sospesa e sarebbe ripresa alle ore 17. Il motivo?
Perché il testo doveva tornare in commissione Bilancio per stralciare l'emendamento per i Comuni da 450 milioni (non ci sono le coperture) e fare altre 44 correzioni di altrettanti emendamenti, naturalmente sempre per problemi di mancata copertura, dopo i rilievi avanzati dalla Ragioneria.
Come spiega la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, in un intervista a il Fatto, quanto sta accadendo è frutto del fatto che "questo governo si fa opposizione da solo, fanno tutto loro. E meno male che dicevano di essere pronti. ... Il governo deve vedersela con un’opposizione interna, in particolare di Forza Italia. Qui in Senato adoperano gli ordini del giorno per tenere buoni i forzisti: e in commissione Bilancio, Claudio Lotito fa opposizione assieme a noi. La maggioranza è spaccata, e le difficoltà sulla manovra lo provano".
Ma il guaio è che questa gente, nel tentativo di soddisfare le loro parrocchie elettorali e di vendicarsi di chi fa opposizione. finisce anche per danneggiare i più fragili. Va bene che, essendo post-fascisti, basano il loro credo sul "me ne frego" del ventennio... ma quando è troppo è troppo, come dimostra l'aver voluto togliere persino il criterio di congruità dalla prima offerta di lavoro per i percettori del Reddito di cittadinanza, con un emendamento a firma di Maurizio Lupi.
"Si accaniscono contro i più fragili - fa notare la Castellone - per coprire il fatto che non hanno una visione di Paese, un progetto. Questa proposta è un attentato alla dignità del lavoro, non solo al Reddito. Ma nutrono anche un’ostilità ideologica per tutte le misure principali volute dal Movimento, dal Reddito al Superbonus. In Senato oggi è stato approvato il decreto Aiuti quater, senza lo sblocco della cessione dei crediti. Infieriscono anche sulle imprese".
Il guaio è che i post-fascisti al governo non solo son guidati nel loro agire da motivazioni che potremo definire ideologico/propagandistiche, ma anche dal fatto che sono persone impreparate e incompetenti, come dimostrano le ultime dichiarazioni del camerata leghista Durigon, commentate dal capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Davide Aiello:
"Contrariamente a quanto affermato da Durigon, infatti, con l'approvazione dell'emendamento Lupi il criterio della territorialità (secondo cui la sede di lavoro doveva essere a non più di 80 km dalla residenza del beneficiario) viene eliminato. Altresì, viene cancellato il criterio della remunerazione: almeno 858 euro. Non si è mai visto tanto pressappochismo. A causa della sua furia ideologica, la maggioranza sta gettando le basi per un dramma sociale. Si fermino prima che sia troppo tardi".
Persino il segretario uscente del Pd, Enrico Letta, ha definito la manovra: la più pasticciata degli ultimi 20 anni:
"Quello che è accaduto in queste ore in parlamento è la dimostrazione che il governo e la maggioranza non erano pronti. La legge di bilancio è la più pasticciata degli ultimi vent'anni e ancora non sappiamo quale sarà il testo votato in questi giorni".
Ma, alla fine, tutto può essere anche riconducibile ai soldi che, nei prossimi mesi, dovranno essere distribuiti per mettere in atto ciò che con il Pnrr è stato approvato solo sulla carta. Per questo, come ricorda l'ex magistrato Roberto Scarpinato, adesso parlamentare 5 stelle,
"hanno tolto dal regime i più gravi reati contro la Pubblica amministrazione, puniti anche fino a 20 anni di carcere, hanno escluso persino le associazioni per delinquere finalizzate alla corruzione e hanno lasciato nel regime ostativo reati come il contrabbando di tabacchi punito fino a 6 anni! Un semaforo verde per le grandi centrali della corruzione che sono ai nastri di partenza ora che sono tornati i soldi con il Pnrr".
E nonostante manchino otto giorni all'esercizio provvisorio e la legge di Bilancio vada avanti e indietro tra la Commissione Bilancio e l'Aula di Montecitorio a dimostrazione di quanto i contenuti, in relazione a forma e sostanza, siano raffazzonati, la premier Meloni abbandona la barca che affonda e fa sapere che in serata volerà in Iraq, per una visita ai militari italiani in missione in quel Paese, definendo il viaggio "un segnale importante da dare ai nostri uomini e alle nostre donne che sicuramente si sacrificano più di noi".
La propaganda prima di tutto.