Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Andrea Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana, Filippo Gallinella, Elisabetta Barbuto, Iolanda Di Stasio, Alessandro Amitrano, Elisa Tripodi, Laura Castelli, Tiziana Ciprini, Manlio Di Stefano, Nicola Grimaldi, Dalila Nesci, Simone Valente, Andrea Giarrizzo, Marianna Iorio, Marialuisa Faro, Roberta Alaimo, Pasquale Maglione, Luciano Cadeddu e Margherita Del Sesto.
E inoltre: Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Simona Nocerino, Francesco Castiello, Gianmarco Corbetta, Cinzia Leone, Pietro Lorefice, Vincenzo Santangelo, Sergio Vaccaro, Daniela Donno.
E chi sono?
Alcuni dei deputati (i primi) e senatori (gli altri) che, secondo le prime indiscrezioni, nelle prossime ore costituiranno alla Camera e (forse) al Senato i nuovi gruppi parlamentari di "Insieme per il futuro".
E che diavolo è?
La nuova aggregazione politica di Luigi Di Maio, lo "statista" più precoce d'Italia che a soli 36 anni da bibitaro è diventato presidente della Camera, plurimistro e adesso capo di una forza politica... sì, è vero, il capo politico lo aveva già fatto in passato, ma vuoi mettere ora che il partito è tutto suo?
Ma quanti sarebbero i parlamentari che lo seguiranno?
Le ultime indiscrezioni parlano di 50 deputati e 11 senatori, ma non si sa alla fine quanti potranno essere, perché, come riportano alcune fonti, "l'entusiasmo cresce"!
E da quali forze politiche proverrebbero gli entusiasti che già si straccerebbero le vesti pur di seguire nientepopodimeno che Luigi Di Maio?
Quelli appartenenti ai gruppi di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle.
E per quale motivo alcuni di loro avrebbero questa improvvisa esigenza di trasformarsi da grillini in dimaiani?
Di Maio un paio di giorni fa aveva provato a spiegarlo nel voler dire no, da parte dei 5 Stelle, alla Nato e a Draghi, nella mancanza di democrazia e dialettica all'interno del Movimento e alle offese personali di cui lui sarebbe stato vittima. Tutta roba importante, quasi da pelle d'oca... salvo il fatto che di quanto detto nessuno ne ha avuto riscontro, come dimostra tra l'altro il voto odierno al Senato, salvo la discussione interna al Movimento che tale voto ha preceduto... e questa sarebbe la prova di mancanza di democrazia?
Ma allora come si spiega lo strappo "dimaiano" e la conseguente diaspora?
In due parole: secondo mandato.
Molti dei pentastellati che siedono in Parlamento sono al secondo mandato e tra un anno (in base all'attuale regolamento interno che comunque sarà sottoposto al voto degli iscritti) dovranno lasciare il seggio e, soprattutto, il lautissimo stipendio ad esso associato. Una tragedia epocale, umanamente comprensibile e giustificabile. E allora che fare? Tentare il tutto per tutto quando non hai nulla da perdere è la scelta migliore... una questione di sopravvivenza... anche per lo stesso Di Maio, che però un posto anche nel 2023 lo troverà di certo. Ma con questa mossa avrà più possibilità, non escludendo così quella di un seggio in Parlamento.
Tutto qua il mistero della scissione "dimaiana" che qualcuno, con senso dell'ironia o sprezzo del ridicolo, potrebbe pure definire politica.
E a proposito di ridicolo, l'associazione è istantanea, come non riportare il commento di Matteo Renzi su quanto sta accadendo?
"Oggi finisce la storia del Movimento 5 Stelle" ha detto il senatore rignanese. "È stata una esperienza politica che noi abbiamo combattuto perché secondo noi faceva male al Paese. Ma adesso che il grillismo è scomparso, come avevamo previsto, basta così. Non parliamone più. Torniamo alle cose serie, torniamo alla politica".
La politica intesa da Renzi, ovviamente, è identica a quella intesa da Di Maio, come ha ampiamente dimostrato, per cui a settembre, quando Sala presenterà il suo partito (insieme a Renzi) non stupitevi se della coalizione o, se preferite accozzaglia, ne farà parte pure Di Maio con i suoi dimaiani.