«Ora è il momento dei costruttori. Ora tutte le persone di buona volontà devono accogliere l’appello del Presidente Mattarella e sostenere il governo di Mario Draghi. Ora è il tempo della sobrietà. Zero polemiche, Viva l’Italia».
Questo è il commento di mercoledì mattina pubblicato da Matteo Renzi sui propri profili social, sottolineato da una foto dell'Altare della patria sorvolato dalle Frecce tricolori.
Per i più distratti, il Renzi patriota odierno ha già dato il suo appoggio a Mario Draghi, definendolo costruttore per irridere l'inquilino in uscita di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte, che aveva utilizzato tale appellativo per coloro che avrebbero dovuto sostenere il suo governo in alternativa a Italia Viva. Non è un caso... Renzi vive di questo.
C'è però un piccolo particolare che il nuovo artefice del Rinascimento italo-arabo dovrebbe spiegare ai poveri (di spirito) italiani che pendono dalle sue labbra.
Perché fino a qualche ora fa il suo partito poteva sostenere un governo solo partendo dai contenuti e non dai nomi, mentre adesso, invece, il solo nome di Draghi fa dire a Renzi che il suo partito già fin d'ora è pronto a sostenerlo?
Che stranezze. Non sembra neppure che se lo siano chiesto i "commentatoroni" dei fatti della politica che da ieri sembrano volerci convincere che questa commedia dell'assurdo sia una cosa normale, la cui responsabilità, se non imputabile al destino cinico e baro, può essere imputata allora al Movimento 5 Stelle, reo di non aver permesso a Matteo Renzi di fare il presidente del Consiglio e a Maria Elena Boschi il ministro dell'Economia in un governo politico.
Che Italia Viva, inoltre, voterà la fiducia a Draghi (ammesso che costui riesca ad arrivare in Parlamento per chiederla) lo ha confermato uno di più attivi sottoposti di Matteo Renzi, Ivan Scalfarotto:
«Daremo la fiducia al Governo Draghi, persona di grandissimo profilo, rispondendo all'appello di Mattarella. La nostra responsabilità è stata lavorare per un governo migliore per il Paese».
Un altro sottoposto renziano, Davide Faraone, la cui attività politica si riassume unicamente nel ben noto e irrisorio "ciaone" da lui pronunciato, ha giustificato l'appoggio del suo partito a Draghi dichiarando:
«Avevamo chiesto discontinuità e ci hanno riproposto la fotocopia del Conte 2, era evidente che non potessimo starci».
A smentire il renziano di turno, Bruno Tabacci, che il 1 febbraio invitava i rappresentanti di Italia Viva al tavolo allestito da Fico di smetterla di giocare e di far sapere se avessero o meno intenzione di lavorare per formare un nuovo governo.
La risposta è arrivata qualche ora più tardi. Sicuramente, il lobbista Matteo Renzi pensa che con Draghi potrà ottenere (o almeno pensa di farlo credere ai suoi sponsor) le garanzie necessarie per assegnare a chi di dovere gli oltre 200 miliardi del Ricovery Fund.
Ovviamente nel solo interesse degli italiani... come dubitarne! Vedremo se andrà così.