Sabato, Matteo Salvini si è fatto intervistare dall'Ansa per fornire "lumi" sul programma elettorale della Lega. Infatti, parlare del programma del centrodestra è ipotesi alquanto azzardata, visto che quasi ogni giorno Berlusconi e Salvini dimostrano di essere in disaccordo su tutto nonostante abbiano siglato e firmato un patto di coalizione a inizio gennaio.
E a conferma di ciò, il leader della Lega ha ribadito, una volta vinte le elezioni, che i primi provvedimenti che verranno presi saranno quelli che dovranno rivedere quanto deciso con la Legge Fornero e con il Jobs Act. Più o meno l'esatto contrario di quanto sostiene Berlusconi!
E altro elemento di disunione della diversamente coesa alleanza tra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia è rappresentato da chi dovrà essere il presidente del Consiglio da suggerire a Mattarella una volta vinte le elezioni.
Queste le parole di Salvini: «Il nome del candidato premier di Berlusconi? Non lo so. La sorpresa è così sorpresa che non ne ho la più pallida idea. Le sorprese mi piacciono a Pasqua (!). Per il presidente del Consiglio non adoro le sorprese, preferisco la chiarezza.
La Lega prenderà un voto in più di tutti gli altri del centrodestra e da presidente del Consiglio avrò l'onore e l'onere di scegliere i ministri.
Farei fare il ministro a Berlusconi [che non può perché la legge Severino gli impedisce di ricoprire un incarico pubblico, ndr]: non vedo l'ora di far fare il ministro a persone competenti settore per settore. Il primo settore priorità per il futuro e agricoltura e pesca, che affiderei a un uomo della Lega.»
Il resto dell'intervista è caratterizzato dal ripetersi della "narrazione" cara a Salvini con i soliti temi e le solite ricette di buon senso per l'economia, con l'istituzione di una flat tax, e per la sicurezza, che indica nei migranti l'origine di tutti i mali dell'Italia. Per Salvini, criminalità organizzata e corruzione sono quisquilie di poco conto ed in questo, va riconosciuto, è in perfetta sintonia con Berlusconi.
Da segnalare anche una nota tra il nostalgico e il commovente dedicata a Bossi, la cui candidatura è praticamente illustrata come una specie di elemosina fatta al fondatore del partito che da adesso non si rivolge più solo al nord, ma a tutta l'Italia: «Per me in politica e nella vita ci sono al di là del calcolo politico valori come il rispetto e la gratitudine. Ho iniziato ad appassionarmi di politica grazie a Bossi, poi la pensiamo diversamente su molte cose.
Bossi mi dice di stare solo a Milano, ma io sono stato accolto molto bene in Basilicata e in Puglia e sono orgoglioso della Lega che unisce nel nome del federalismo e dell'autonomia. Ma il rispetto e la riconoscenza vanno al di là del calcolo politico.»