L’ex trequartista inglese, classe ’86, Thomas Beattie ha fatto coming out: «Mi sentivo di non poter essere calciatore».

E lo ha fatto attraverso un’intervista alla rete tv americana ESPN.

«Sono un fratello, un figlio, un amico, un ex calciatore professionista, imprenditore e un ragazzo competitivo. Sono molte cose e una di queste è essere gay».

 Cresciuto calcisticamente nell'Hull City, Beattie si è poi diviso tra Canada e Singapore per interrompere la sua carriera sportiva a soli 33 anni, dopo uno scontro con un avversario che gli causò fratture facciali e un’emorragia cerebrale.

«Essere gay e avere una carriera nel calcio non è mai sembrata un’opzione. La società ha detto che la mia mascolinità era legata alla mia sessualità, qualcosa che ovviamente sappiamo essere una falsa ipotesi. Mi sentivo come se non potessi essere un calciatore e accettare chi ero. Tutto intorno a me ha suggerito che questi due mondi erano in conflitto e ho dovuto sacrificarne uno per sopravvivere».

Thomas Beattie è il secondo calciatore inglese a fare coming out. Il primo fu Justin Fashanu nel 1990, ma l'epilogo alò suo coming out fu drammatico.

Si tolse la vita il 2 maggio del 1998 dopo essere stato osteggiato dal mondo del calcio, dalla comunità di colore inglese e dalla sua stessa famiglia. Recentemente il fratello di Fashanu, John ha chiesto pubblicamente scusa del male provocato a Justin.

«Desidero dichiarare che non ho mai e poi mai stuprato quel giovane. Sì, abbiamo avuto un rapporto basato sul consenso reciproco, dopodiché la mattina lui mi ha chiesto denaro. Quando io ho risposto “no”, mi ha detto: “Aspetta e vedrai”. Sperò che il Gesù che amo mi accolga: troverò la pace, infine».

Nell film ‘Mario’ (2018) si racconta proprio del principale tabù nel gioco del calcio: i calciatori gay.