L’Iran si sta muovendo molto sulla scena internazionale, per cercare di uscire dall’isolamento imposto da Washington.

Non solo ha fatto richiesta di entrare nei BRICS, il blocco economico e politico che si propone come alternativa multipolare al “nuovo ordine mondiale” a guida statunitense, ma già a settembre diventerà ufficialmente membro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), ente intergovernativa dedicato alle questioni di sicurezza e di stabilità nel continente asiatico.

Teheran inoltre ha ospitato proprio pochi giorni fa il summit del “formato Astana” fra Iran, Turchia e Russia sulla conciliazione della crisi siriana. A latere del vertice sono stati effettuati gli incontri bilaterali per altri argomenti di rilievo.

Il presidente russo Vladimir Putin e quello iraniania Ebrahim Raisi hanno parlato dell’accordo fra i rispettivi Paesi che dovrebbe essere firmato a breve e che prevede la cooperazione in diversi campi, tra cui quello commerciale ed energetico, ma forse non quello militare, a differenza di quanto rivelato (e poi smentito) dagli Stati Uniti.

La compagnia petrolifera nazionale iraniana NIOC e quella russa Gazprom hanno di recente siglato un memorandum per collaborare allo sfruttamento dei giacimenti di gas di Kish e di Pars Nord e di altri pozzi petroliferi situati in Iran: i russi aiuteranno gli iraniani con le tecnologie e la logistica ostacolate dalle sanzioni americane.