In una decisione storica e ancor di più molto controversa, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha concesso l'immunità all'ex Presidente Donald Trump in relazione a una serie di cause legali che lo vedono coinvolto.
I giudici, 6 a favore e 3 contrari, con una sentenza redatta dal giudice capo John Roberts, hanno annullato la decisione di una corte inferiore che aveva respinto la richiesta di immunità di Trump dalle accuse penali federali che riguardavano i suoi sforzi per annullare la sconfitta elettorale del 2020 contro Joe Biden.
La decisione della Corte Suprema si è basata sull'interpretazione dell'immunità presidenziale, una dottrina che, secondo i giudici, protegge i presidenti in carica e, in certi casi, gli ex presidenti, dalle azioni legali relative a eventi accaduti durante il loro mandato. La maggioranza dei giudici ha stabilito che, per garantire l'efficacia e la stabilità del potere esecutivo, è essenziale che un presidente possa svolgere i propri compiti senza il timore di essere perseguito legalmente per le azioni intraprese durante il mandato nell'esercizio delle sue funzioni.
L'immunità per gli ex presidenti è "assoluta" rispetto ai loro "poteri costituzionali fondamentali", ha scritto Roberts, e un ex presidente ha "almeno un'immunità presuntiva" per "atti che rientrano nel perimetro esterno della sua responsabilità ufficiale", il che significa che i pubblici ministeri dovranno affrontare importanti ostacoli legali per superare tale presunzione.
L'ex Presidente Trump è stato oggetto di numerose cause legali, tra cui indagini sulle sue finanze personali, accuse di frode fiscale, e questioni relative alla gestione dei suoi affari mentre era in carica. Adesso, per quanto riguarda le cause in corso, i giudici dovranno valutarne il perimetro - cioè se gli eventuali reati siano stati commessi da Trump presidente o da Trump privato cittadino - per decidere se poter o meno agire in giudizio.
Così, anche la sentenza che doveva essere comunicata a metà luglio in relazione al caso Stormy Daniels, in cui Trump è già stato ritenuto colpevole di numerosi reati, è stata rimandata dal giudice per valutare se questa possa rientrare o meno in quanto stabilito dalla Corte Suprema.
La reazione politica alla sentenza è stata immediata e polarizzata. I sostenitori di Trump hanno accolto con favore la decisione, vedendola come una vittoria contro quelli che considerano attacchi politicamente motivati contro l'ex presidente. Hanno sostenuto che la decisione conferma la necessità di proteggere i leader eletti da azioni legali che potrebbero distrarre o minare il loro lavoro.
Dall'altra parte, i critici hanno condannato la sentenza come un pericoloso precedente che potrebbe mettere i presidenti al di sopra della legge. Secondo loro, l'immunità presidenziale non dovrebbe essere un'armatura impenetrabile contro ogni tipo di accusa, specialmente quando si tratta di questioni che riguardano la sfera personale o azioni che esulano dai doveri ufficiali.
Questa sentenza solleva importanti questioni sulla natura del potere esecutivo e sulla separazione dei poteri negli Stati Uniti. L'immunità presidenziale è un argomento dibattuto da tempo, e questa decisione della Corte Suprema potrebbe essere vista come un ampliamento delle protezioni offerte ai presidenti, sollevando preoccupazioni su possibili abusi di potere.
La decisione potrebbe inoltre influenzare il comportamento futuro dei presidenti, sapendo che azioni potenzialmente illegali o eticamente discutibili potrebbero essere coperte dall'immunità. Questo potrebbe erodere la fiducia del pubblico nelle istituzioni e nel principio che nessuno è al di sopra della legge.
Biden ha definito la sentenza "un pericoloso precedente", perché il potere della presidenza non sarà più limitato dalla legge. "Questa nazione è stata fondata sul principio che non ci sono re in America... nessuno è al di sopra della legge, nemmeno il presidente degli Stati Uniti", ha aggiunto Biden, dopo che uno dei rappresentanti della sua campagna in precedenza aveva affermato che la sentenza rende più facile per Trump "perseguire la strada della dittatura".