Nell’ipocrisia di voler tutelare i più fisicamente fragili in qualcuno si nascondono ben altri obbiettivi!

Vogliamo parlare di alcuni concetti concreti, reali e pratici che non siano ipocriti, aleatori ed insignificanti come l'esperienza e la saggezza acquisite con l’età che possano essere utili ai vecchi di domani giustificandone, nel presente, un sentimento di riconoscimento per chi è “vecchio” o qualche altra “balla” para sentimentale che so io, sulla volontà che aleggia in questo periodo nelle menti dei cosi detti giovani (ma i vecchi di domani) riguardo alla voglia di rottamare i vecchi di oggi in quanto considerati soggetti inutili e dannosi che sfruttano la società senza la pur minima possibilità di essere produttivi?
Facciamolo pure ma senza pregiudizi, sia da parte dei vecchi di oggi o quelli che saranno i vecchi di domani.

Invece di buttarla sul sentimentalismo, come si diceva sopra, consideriamolo per quello che realmente è questa “smania virale” e cioè una forma di “populismo di sopravvivenza” che si potrebbe paragonare all’istinto primordiale, distinguibile in tutte le specie, del più forte verso l’annientamento del più debole. Un poco come la “soluzione finale” di un certo tipo di politica sociale messa in atto nel secolo scorso da certi signori che si consideravano superiori a tutti!

Oppure, se vogliamo considerarla da un’altra prospettiva; la dottrina che recita; “Morte tua, vita mea”. Detta alla buona ”Se io ti impedisco di mangiare ce n’è più per me!

Sicuramente è un tipo di populismo terra-terra, efficace per chi lo professa, perché fa presa in alcune menti della gente.

Una strategia che è voluta e diretta da qualche leader di partito (trasversalmente tanto di sinistra quanto di destra), avendo l’accortezza di tenere, nello spiegarli, sempre un profilo basso, come fa un certo personaggio politico che ha capito come ottenere più consensi in risposta ad una irrazionale paura generata nelle masse per delle situazioni momentanee contingenti ma che, se vista da una prospettiva più approfondita, non gratifica realmente ne l’una ne l’altra parte.

Ma poi, ai giovinastri con i peli delle barbe nere e alle giovincelle di oggi, conviene portare avanti questa strategia?

Non credo che l’eliminazione dei vecchi di oggi possa essere una prospettiva che sia remunerativa per i soggetti che avranno la fortuna di arrivare ad essere i vecchi di domani! Perché? Perché, quando arriverà il loro momento, saranno ripagati con la stessa moneta!

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)