La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile. È solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare.

Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo.

I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti.

Se le persone morte nel mare davanti a Cutro avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario non avrebbero rischiato la vita.

Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano, quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare.
Sulle responsabilità delle autorità competenti indagherà la magistratura.

Ma chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il governo, non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 70 esseri umani che si potevano e si dovevano salvare.

È arrivato il momento di dire basta e di fermare le stragi.

  • Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo.
  • Chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera.
  • Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma.
  • Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità.
  • Chiediamo di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non UE.
  • Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori.

È il momento di dire basta ad ogni forma di strumentalizzazione politica e di fermare le stragi.

Questo è quanto scriveva ieri in un comunicato Mediterranea per comunicare la partecipazione di una propria rappresentanza alla manifestazione che si è tenuta oggi nel comune calabrese, "appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti che la promuovono intendono organizzare affinché queste politiche invertano rotta".


Erano in diecimila - secondo gli organizzatori - coloro che da tutta Italia oggi si sono dati appuntamento nella manifestazione organizzata in memoria delle vittime del naufragio dello scorso 26 febbraio.

"Siamo qui oggi - ha dichiarato il presidente nazionale dell'Arci, Walter Massa - a fare ciò che il Consiglio dei Ministri non ha fatto: dare dignità alle vittime innocenti delle leggi di questo Stato. Queste ennesime vittime non sono infatti frutto della cattiveria del mare. Sono il risultato di almeno 20 anni di propaganda; 20 anni di ingressi legali negati, 20 anni di retorica razzista, 20 anni di leggi che hanno costruito il più grande cimitero a cielo aperto del mondo perché in questo paese. Grazie alla legge Bossi-Fini, non si entra più regolarmente e le persone sono costrette ad attraversare il mare, in una lotteria che troppo spesso va mal.

Dopo la grande e silenziosa manifestazione di Steccato di Cutro, dopo l’abbraccio dell’Italia della solidarietà e dei diritti alle famiglie delle vittime, torneremo in piazza nelle prossime settimane per denunciare il tentativo di ritorno ad un pessimo passato e per smascherare il favoreggiamento dell’irregolarità da parte di questa maggioranza di governo".

"La strage si ferma solo se si mettono in campo strumenti diretti e urgenti per fermarla", ha dichiarato Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione Arci, "un programma di ricerca e salvataggio, e non inventando facili capri espiatori. Il Governo Meloni invece non ha risposto alle domande che quella tragedia ci pone e continua ad agire per mero interesse privato, contando, con interventi propaganda, di alimentare odio e razzismo e raccogliere consenso.

Il decreto migranti approvato durante il Consiglio dei ministri a Cutro contiene misure che possiamo definire oltraggiose, prese a pochi chilometri dalle bare che i Ministri si sono guardati bene dal visitare. Arriva una stretta sui permessi per Protezione Speciale, un colpo di coda leghista che comporterà più dinieghi alle domande d’asilo, più persone irregolari, più lavoro nero e quindi più evasione fiscale e contributiva. Un puro atto di propaganda che non affronta e risolve i problemi, ma alimenta odio e razzismo".

Hanno aderito, tra le decine e decine di associazioni e organizzazioni, anche Cgil, Anpi, Medici Senza frontiere, A Buon Diritto, Acli, Legambiente ActionAid, Amnesty International Italia, Comunità di Sant'Egidio, Emergency, Mediterranea Saving Humans, Comunità Papa Giovanni XXIII. Presente anche una rappresentanza del Partito democratico e dell'Alleanza di Verdi e Sinistra italiana. Presenti il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, Luigi De Magistris e l'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.