La crisi dell'auto, a causa della rivoluzione green voluta dall’Unione Europea che ha fissato l'obiettivo di eliminare le auto a benzina e diesel entro il 2035, sta portando al collasso il settore: gli stabilimenti delle maggiori case automobilistiche chiudono le fabbriche e licenziano i lavoratori a rotta di collo!

Insomma, la transizione verso veicoli elettrici sta incontrando difficoltà insormontabili. Ma l'Europa non doveva prevedere questo disastro? E le cause automobilistiche perchè non hanno riconvertito la loro produzione tenendo presenti le nuove linee guida investendo in innovazione e tecnologie sostenibili e formazione del personale?

I veicoli elettrici del Vecchio continente sono ancora molto costosi per i consumatori europei rispetto alle auto tradizionali e questo vale soprattutto per i lavoratori italiani che a fronte di stipendi troppo bassi non possono permettersi di pagare 30mila euro per un'auto elettrica.

Inoltre, le nostre auto elettriche o ibride non reggono il confronto con la concorrenza extra-Ue, soprattutto con l’offerta che viene dalla Cina, che ha sviluppato un fiorente mercato di veicoli elettrici e ha la leadership nella tecnologia necessaria per produrli, dalle materie prime alle batterie.

Insomma, il nostro settore auto è al collasso e la la crisi dell’automotive riguarda tutta Europa.

L’ultimo allarme risale a mercoledì, quando Stellantis ha fatto sapere che chiuderà il sito produttivo di Luton, in Inghilterra. I posti a rischio sarebbero 1.100. Stellantis ha rivisto al ribasso del 20% le previsioni di produzione per i suoi siti francesi per l’anno in corso: verranno sfornati solo 605.000 veicoli contro i 766mila previsti alla fine del 2023.

Ma gli allarmi si moltiplicano, soprattutto in Germania.

Giovedì scorso Ford ha comunicato di voler tagliare 4 mila posti di lavoro in Europa entro il 2027. Gli esuberi riguarderanno in particolare la Germania (2.900) e il Regno Unito (800) mentre altri 300 posti saranno tagliati in altri Paesi Ue.

Ma è Volkswagen a trovarsi nella situazione più critica. E non a caso è anche la casa automobilistica che ha annunciato la dieta dimagrante più drastica. Il gruppo tedesco prevede infatti di chiudere tre stabilimenti in Germania, una riduzione del 10% degli stipendi e un numero ancora imprecisato di esuberi, che però sarebbero non meno di 15 mila. L’obiettivo è quello di risparmiare circa 17 miliardi di euro. Il fatto è che i costi per la manodopera in Volkswagen sono piuttosto elevati: benché siano scesi in tre anni (tra il 2020 e il 2023) dal 18,2% al 15,4% dei ricavi, restano molto più alti dei principali competitors, come Bmw, Mercedes e Stellantis, che l’anno scorso hanno speso per il personale tra il 9,5% e l’11% del fatturato!