L'INTERVISTA - Ciro Ferrara a "NM": "Napoli, di Conte ti puoi fidare, anche se da avversario ho litigato tante volte con lui, Buongiorno è un top player, Lukaku è una certezza, la VAR a chiamata potrebbe aiutare ma la soggettività continuerà ad incidere"

NAPOLI - Ciro Ferrara, ex difensore del Napoli, ha rilasciato un'intervista a "Napoli Magazine".

Napoli primo in classifica, con un punto di vantaggio su Atalanta, Inter, Fiorentina e Lazio: pensi che quest’anno gli azzurri possano lottare per vincere lo scudetto?
"Datemi un solo motivo per non poter pensare allo Scudetto... L’obiettivo del Napoli, ovviamente, resta la qualificazione alla prossima Champions League ma se Fonseca crede ancora allo scudetto, nonostante l'evidente ritardo in classifica del suo Milan, perché non possono crederci gli azzurri?" 
Buongiorno sta impressionando per la costanza di rendimento...
"Buongiorno sta confermando anche a Napoli di essere un top player. Non era per nulla scontato avere questo approccio in una realtà diversa, dopo tanti anni al Torino". 
Esiste un nuovo Ciro Ferrara? In chi ti rivedi?
"Ognuno ha una propria storia ed è difficile rivedermi in qualcuno in particolare. Ci sono stati, ci sono e ci saranno difensori più forti del sottoscritto. Auguro a chi sta costruendo la sua carriera di ampliare la bacheca dei trofei aggiungendo sempre più scaffali come ho fatto io (sorride, ndr)".
Conte, dopo Inter-Napoli, si è arrabbiato molto per come il VAR interviene o meno secondo quanto decide l’arbitro, pensi che vada cambiato qualcosa?
"Sui contatti di gioco ci sarà sempre un giudizio soggettivo. Forse una VAR a chiamata potrebbe aiutare ma non risolvere la questione. E' un discorso che chiaramente vale per tutti". 
Lukaku ha deciso Napoli-Roma con un guizzo, quanto ha inciso quel gol nella testa delle inseguitrici dopo quello realizzato al Milan? Il belga può essere risolutivo per gli azzurri in ottica scudetto? Simeone intanto si sta facendo trovare pronto…
"Il Napoli ed Antonio hanno scelto una certezza, tant'è che Lukaku ha già collezionato in campionato 5 gol e 4 assist. Direi che è in linea con quello che ci si aspettava anche se in alcune gare può essere stato meno incisivo. Simeone è sempre subentrato con lo spirito giusto, gli manca solo il gol probabilmente".
McTominay ha segnato a Milano contro l’Inter, ti sta piacendo lo scozzese nel centrocampo del Napoli?
"McTominay è il giocatore che ha permesso ad Antonio di cambiare anche l’assetto tattico. Forza e qualità da parte del nuovo acquisto, si è integrato molto bene e sta assicurando una discreta costanza di rendimento".
Credi che Kvaratskhelia rinnoverà col Napoli? O si sta guardando attorno? Può incidere sulle sue prestazioni il discorso relativo al rinnovo?
"Non credo che le prestazioni di Kvara possano essere intaccate dai discorsi sul rinnovo. E' un calciatore di qualità, ci sta che le parti discutano per trovare un'intesa".
Lobotka è l’uomo chiave del centrocampo…
"Lobotka è un centrocampista straordinario, è il punto di riferimento del reparto mediano del Napoli. E' una certezza per i compagni e continua a dimostrarlo con estrema semplicità. Devo dire che anche Di Lorenzo è tornato ad essere fondamentale per gli assetti di squadra, è un calciatore pienamente ritrovato dopo la scorsa stagione".
A gennaio o a giugno prenderesti un difensore centrale, un centrocampista, un attaccante e un esterno sinistro? Se si hai uno o più nomi da suggerire?
"Non mi sento di suggerire dei nomi ma, eventualmente, a gennaio andrei sempre su giocatori che già conoscono il nostro campionato". 
Con Conte dove può arrivare il Napoli nei prossimi 2 anni?
"Di sicuro, per mentalità ed organizzazione, il Napoli con Conte può mirare a consolidarsi al vertice della classifica".
Un pregio di Conte, da compagno di squadra…
"Sapevi di poterti fidare di lui. Dava tutto in campo". 
- Il tuo messaggio per Conte…
"Caro Antonio, ti ricordi quante volte abbiamo litigato da avversari? (ride, ndr)".


Scotto: "Rinnovo di Kvaratskhelia? C’è il rischio di un nuovo caso Osimhen”

Giovanni Scotto, giornalista, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: “Il Napoli ha una percentuale di vittorie dello Scudetto del 4% e l'Inter del 60%. È una statistica vera, fatta dal portale Opta. La curiosità è che è la stessa della stagione 2022/23, quando il Napoli vinse lo Scudetto. È così bassa perché si basa sulla stagione precedente. Il Napoli trasforma in gol un'occasione su due. Dimostra grande cinismo e una grande capacità di realizzare quel che si crea. Ogni giorno dopo le vittorie dell'Atalanta e dell'Inter si parla di bel calcio, di spettacolo, sono termini che non vengono associati al Napoli. Servono le spalle larghe che Conte ha. Il primo posto ha un significato importante, ma il vantaggio sul gruppone dietro è solo di un punto. Atalanta, Lazio, Fiorentina e Inter come rendimento si equivalgono. Il Napoli ha sfruttato bene anche gare che non è riuscito a vincere, come gli scontri diretti contro Inter e Juventus, dove ha conquistato due pareggi. Lukaku scacciapensieri perché segna, risolve la partita, e va da Kvara per consolarlo. È un uomo buono al di là del giocatore. Io insisto su un tema sull’attaccante georgiano: aveva una bella sintonia con Mario Rui, che era un ottimo partner sulla sinistra. Con Olivera è diverso, deve fare un lavoro un po' più di quantità e di qualità, perché patisce un po' questa nuova catena. Le parole di Raspadori arrivano a poche settimane dal mercato di gennaio, evidentemente si sente un po' fuori dalle rotazioni del Napoli. Juan Jesus è stato invitato a guardarsi intorno, mentre Mario Rui è fuori rosa, ma ha la speranza di essere reintegrato dopo il mercato di gennaio. Sono due nomi che possono muovere il mercato. Dal punto di vista dei calciatori che possono crescere e arrivare, penso che i tifosi debbano star tranquilli con la presenza di Conte. Ma sulla gestione di Kvara c'è il rischio di un nuovo caso Osimhen. Credo che l'entourage dell'attaccante georgiano ci penserà tante volte prima di firmare il rinnovo”.


Alvino: "Il Napoli entra in campo per vincere, critiche ingiuste per Lukaku"

Carlo Alvino, giornalista, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: “C'è una partita in campo e una fuori. Quella in campo vede il Napoli primo e a ridosso tante altre squadre che hanno piacere di giocarsi il campionato punto a punto. Fuori dal campo, invece, è una partita sporca. Ci sono veleni, chiacchiere, e un condizionamento mediatico da parte di un potere che si oppone alla lealtà e all'onestà del Napoli. Mi fa più paura questo che la partita in campo. Della presunta espulsione di Lukaku ne parlano i media di Milano e non quelli di Roma. Mi fa sorgere un grande sospetto, che dietro questa operazione mediatica c'è il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta, molto bravo con i mezzi di comunicazione. Dà molto fastidio il fatto che il Napoli viene inserito nelle squadre aiutate dagli arbitri. Io ho piacere di puntare l'indice sul dato più importante, ovvero la mentalità del Napoli di Conte. È una squadra che scende in campo solo con l'obiettivo di vincere, lo si percepisce dai primi minuti. Il Napoli che abbiamo visto contro la Roma, per quanto mi riguarda, ha soddisfatto le aspettative. Ha preso possesso della metà campo avversaria, ha condotto il gioco, ci sono state delle occasioni. Sono molto soddisfatto. C’erano degli esami e li ha superati tutti, come la prima partita dopo la sosta, la tenuta mentale per effettuare il controsorpasso in classifica. Su Lukaku voglio dire che viene troppo spesso criticato ingiustamente. Vi ricordate che ha sbagliato dei gol clamorosi? Io ricordo che ha concretizzato le occasioni che ha avuto. Ho visto Parma-Atalanta, Retegui ha avuto cinque occasioni e ha segnato un gol, un centravanti bravo ne fa cinque. Un tema può essere che il Napoli deve migliorare nella costruzione dell'azione. Io penso che con Kvara e Lukaku in grande spolvero si possa dare tanta continuità. La reazione di Kvara al cambio? È una mancanza di rispetto nei confronti di chi entra in campo”.


POMERIGGIO CINQUE - Andrea Carnevale rivela: "Avevo 14 anni quando mio padre uccise mia madre, è stato un grande dolore"

«Avevo 14 anni ma ero già un ometto. Una volta si lavavano i panni al fiume e mia madre andava lì, a cento metri da casa mia. Una mattina c’erano tutte le donne, compresa mia sorella, mio padre si è svegliato, è sceso e l’ha ammazzata con un’accetta. È stato un grande dolore».

Inizia così il racconto di Andrea Carnevale, ex calciatore e attuale dirigente dell’Udinese, che - intervistato oggi da Myrta Merlino a Pomeriggio Cinque - ripercorre la tragica esperienza di quando, a soli 14 anni, vide il padre uccidere sua madre a colpi di accetta e, dopo cinque anni, togliersi la vita davanti ai suoi occhi.

Il dirigente del club friulano ha raccontato l’esperienza che ha vissuto in prima persona: «Sono molto orgoglioso di parlare di questa storia in televisione, perché dopo cinquant’anni penso sia l’ora di raccontarla e di far capire agli uomini che oggi ammazzano le loro mogli che è ora di smetterla. Io è dall’età di 14 anni che non “chiamo più mamma” perché mio padre me l’ha portata via. Era malato di gelosia ed è quello che accade oggi. Un marito che ammazza la moglie lo fa proprio per gelosia, ma la donna non è dell’uomo, basta con questa possessività, con questa malattia. Oggi mi chiedo se allora si sarebbe potuto fare qualcosa». E, ancora: «È stata la nostra mamma che ci ha protetto, lei non voleva che andassimo dalle autorità perché allora, nei paesi, c’era un po' di vergogna. Eravamo noi, specialmente io, che andavo dai Carabinieri per dire che papà, tutte le sere, picchiava la mamma con pugni e cazzotti. Il maresciallo purtroppo mi disse che finché non vedevano il sangue non potevano fare assolutamente nulla. Quando mamma è stata uccisa ho fatto un gesto estremo: sono andato dentro al fiume e con un secchio ho raccolto il suo sangue, sono andato a piedi su al paese e l’ho consegnato in caserma, al maresciallo, e gli ho detto: “Lei voleva il sangue, eccolo qua”. Ed è finita lì». Infine: «Andai anche a trovare mio padre in carcere, ma dopo poco riprese ad offendere mia madre. Dopo cinque anni, si è tolto la vita davanti ai miei occhi».