Negli ultimi giorni, le principali banche statali cinesi sono state impegnate a vendere dollari Usa per acquistare yuan sia nel mercato finanziario interno che in quelli esteri, nel tentativo di rallentare il deprezzamento della propria valuta. La Banca centrale cinese ha anche chiesto alle banche statali di essere pronte a intervenire nei mercati esteri, dove lo yuan ha toccato i minimi da 18 mesi.
Queste mosse sono state interpretate come un segnale che la Cina vuole evitare una fuga di capitali e una guerra valutaria con gli Stati Uniti, che hanno minacciato di imporre nuove tariffe sui prodotti di Pechino, che nel frattempo deve comunque tener conto di non danneggiare le proprie esportazioni.
Il tasso di cambio tra il dollaro e lo yuan è aumentato da 6,71 di fine luglio a 7,14, il che significa che per acquistare un dollaro sono necessari più yuan e che la valuta cinese si è indebolita. Questo rende più costosi i prodotti importati dalla Cina e più convenienti quelli esportati verso gli Stati Uniti.
Tuttavia, una debolezza eccessiva dello yuan potrebbe anche avere effetti negativi per l'economia cinese, come una riduzione della fiducia dei consumatori e degli investitori, una maggiore inflazione e una minore capacità di pagare i debiti in valuta estera.
Per questo motivo, le autorità cinesi cercano di mantenere lo yuan entro un certo intervallo, intervenendo quando necessario.
Fonte Reuters