Norberto Bobbio, nella metà degli anni ottanta si interrogava in lungo articolo su MicroMega che aveva per argomento etica e politica, come definirne il rapporto, quali fossero i confini, fin dove potesse arrivare la giustificazione di una scelta politica in funzione dell'etica.

Bobbio nel suo articolo non arriva ad elencare dei punti che possano essere d'insegnamento per stilare delle regole generali applicabili a qualunque situazione e che possano dirci che cosa in politica sia moralmente giusto o sbagliato.

Però, ci ricorda anche che l’azione politica non si sottrae affatto, come ogni altra azione libera o presunta libera dell’uomo, al giudizio di lecito e illecito, in cui consiste il giudizio morale, e che non si può confondere col giudizio di idoneo o inidoneo.

Inoltre, Bobbio ricorda che nessuna giustificazione dell'azione politica può essere considerata lecita se finalizzata alla conquista e alla conservazione del potere come bene in se stesso. Nessuna ritiene che lo scopo dell’azione politica sia il potere per il potere.


Dopo questa breve premessa, ognuno giudichi in base alle proprie convinzioni ed alle proprie capacità intellettuali le ultime vicende della politica.

Un politico, usando l'autorità concessagli da un incarico istituzionale, crea un'emergenza su un tema che vede come protagonista un soggetto che è lo stesso di una campagna di propaganda da lui creata in passato per promuovere il consenso nei suoi confronti e nei confronti del partito che rappresenta.

Non solo, lo stesso politico usa il consenso alla promozione del consenso come approvazione alla sua azione di governo che è rappresentata da atti concreti sì, ma che hanno come unico fine quelli di promuovere la sua azione di propaganda.

E questo non dovrebbe essere considerato un modo di fare politica finalizzato alla conquista e alla conservazione del potere come bene in se stesso?

Naturalmente, si sta parlando del ministro dell'Interno Matteo Salvini, segretario della Lega Nord.


Matteo Salvini è consapevole di quello che sta facendo. Difficile dire se tale consapevolezza sia razionale o istintiva. Ma quel che conta, per lui, sono i risultati che produce in termini di consenso.

«Amici - scrive Salvini - da ieri notte siamo più di 3 MILIONI su questa Pagina, una splendida comunità che cresce.
Il vostro entusiasmo in Rete e il vostro affetto nelle piazze mi fanno capire che stiamo andando nella giusta direzione: gli altri attaccano e litigano, noi lavoriamo e risolviamo problemi.
Ogni inchiesta, bugia, insulto o minaccia perché difendo la sicurezza, i confini e il futuro degli Italiani, sono per me una medaglia.
Grazie: se voi ci siete, IO CI SONO e non mollo.»

Nessuno degli amici di Salvini, probabilmente, si è accorto che il suo "lavoro", in tre mesi di governo, è stato finora quello di promuovere degli slogan e di creare dei problemi che non esistevano (qualche centinaio di migranti da accogliere in Italia è difficile per chiunque definirlo invasione) con il solo fine di alimentare la propria propaganda.

Il bene degli italiani promosso dal ministro dell'Interno è in realtà il bene di un solo italiano, Matteo Salvini, la cui azione politica è finalizzata al solo scopo di raggiungere il potere... per il potere.