Le prove indicano che l'ottimizzazione della salute cardiovascolare durante la mezza età porta a benefici per la salute del cervello in età senile. L'AHA Life's Simple 7, un costrutto di ricerca e salute pubblica per la salute cardiovascolare, ha recentemente aggiunto il sonno come fattore di rischio, diventando Life's Essential 8 (LE8).

Lo studio, precisa un comunicato stampa dell’Academy, non dimostra che un sonno insufficiente acceleri l’invecchiamento cerebrale, mostra solo un’associazione tra scarsa qualità del sonno e segni di invecchiamento cerebrale.

Il cervello delle persone con una scarsa qualità del sonno nella mezza età invecchia più velocemente rispetto a quello di chi riposa bene. Lo suggeriscono i risultati di un nuovo studio pubblicato su Neurology, l’autorevole rivista dell’American Academy of Neurology. I ricercatori americani hanno utilizzato questionari per valutare quantità e qualità del sonno per due volte nell’arco di 5 anni e hanno poi valutato, a distanza di 15 anni, con la risonanza magnetica (MRI) i segni di invecchiamento cerebrale.

Lo studio ha arruolato 589 persone con un’età media di 40 anni. All’inizio dello studio e dopo cinque anni i partecipanti hanno compilato questionari con domande come: “hai difficoltà ad addormentarti?”, “ti svegli più volte durante la notte?” e “ti svegli troppo presto?”. I ricercatori hanno registrato complessivamente sei caratteristiche del sonno di bassa qualità: breve durata, cattiva qualità, difficoltà ad addormentarsi, difficoltà a rimanere addormentati, risveglio mattutino precoce e sonnolenza diurna. In base alle risposte al questionario i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi.

Circa il 70% dei partecipanti era nel gruppo con lieve o nessun disturbo del sonno (non più di una delle caratteristiche considerate), il 22% era nel gruppo intermedio (da 2 a 3 caratteristiche) e l’8% nel gruppo con bassa qualità del sonno (>3 caratteristiche).

Dopo 15 anni dall’inizio dello studio i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale. Le scansioni sono state elaborate da un programma di intelligenza artificiale per stabilire l’età cerebrale di ogni partecipante.

Dopo aver corretto i risultati tenendo conto di fattori quali età, sesso, pressione alta e diabete, i ricercatori hanno scoperto che le persone nel gruppo intermedio avevano un’età cerebrale media di 1,6 anni più alta rispetto a quelle nel gruppo con lieve o nessun disturbo del sonno, mentre quelle nel gruppo con bassa qualità del sonno avevano un’età cerebrale media di 2,6 anni in più.

L’autrice Kristine Yaffe, dell’Università della California di San Francisco, membro dell’American Academy of Neurology ha commentato:

I nostri risultati evidenziano l’importanza di affrontare i problemi del sonno prima dell’età senile, per preservare negli anni la salute del cervello. Gli studi futuri dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di nuovi modi per migliorare la qualità del sonno e indagare l’impatto a lungo termine del sonno sulla salute del cervello nei giovani”.


Fonte: Medico e Paziente, A. Visca