Vincenzo Musacchio ai microfoni di RAI Radio 3: “Congelare il registro che svela chi gestisce fondi e fiduciarie significa fermare uno strumento essenziale per limitare i rischi del riciclaggio mafioso”.

Se si desideri realmente combattere le mafie, questa non è assolutamente la strada giusta!

Dal 2018 la direttiva UE n. 843 resta ancora inattuata in Italia. Non la eseguì il Governo Conte, tantomeno quello di Draghi e oggi resta ancora lettera morta.

Le mafie, i corrotti e gli evasori gongolano. Prestanome, fiduciari ed evasori che riciclano negli “Stati offshore” possono dormire sonni tranquilli. L’Italia almeno fino a marzo 2024 resterà l’unico Stato membro dell’Unione europea ancora privo del Registro dei Titolari Effettivi (RTE). Società di persone e di capitali, fondazioni, associazioni e trust per ora non dovranno più inviare alle Camere di Commercio le informazioni necessarie per formare la nuova sezione del Registro delle Imprese.

Cosa accadrà in questo frangente?

Per gli appalti del Pnrr, ad esempio, le pubbliche amministrazioni, non potranno conoscere il titolare effettivo che si occulta dietro le scatole cinesi che spesso coprono chi vince l’appalto. Corruzione e riciclaggio senza poter conoscere il titolare effettivo saranno sicuramente più facili da realizzare.

Quando il registro sarà applicato, inoltre, la sua trasparenza sarà limitata soltanto a chi abbia un interesse legittimo (rilevante e differenziato) e quindi non a tutti, soprattutto non alla società civile (associazionismo) e tantomeno ai giornalisti.

Mi auguro che tale limitazione sia eliminata perché in una democrazia pluralistica come la nostra i giornalisti e la società civile dovrebbero poter accedere a queste informazioni senza dover dimostrare il loro legittimo interesse in casi specifici.

La trasparenza più ampia possibile è la prima strategia preventiva per poter combattere efficacemente mafie e corruzione. Si rifletta su questo aspetto.


Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità del Royal United Services Institute di Londra.