Che cosa prevede il memorandum siglato a Tunisi domenica scorsa da Giorgia Meloni, da Ursula von der Leyen e da Mark Rutte?
Tra le altre cose l'impegno, da parte della Tunisia, di impedire la partenza dei migranti irregolari dalla sue coste verso l'Europa.
Come attua tale impegno l'altro firmatario del memorandum, il presidente tunisino Kais Saied? Con deportazioni di massa dei migranti subsahariani alla frontiera con la Libia, lasciati al loro destino nel deserto. C'era da stupirsene? No. Perché aveva già iniziato a farlo, mettendo in pratica ciò che aveva dichiarato in un discorso pubblico del febbraio di quest'anno, in cui aveva sdoganato il razzismo contro i neri presenti in Tunisia.
Così, ieri, il Tavolo Asilo e Immigrazione commentava l'accordo con la Tunisia:
"Non c'è nulla di reale nelle dichiarazioni di rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e della dignità delle persone, contenute nelle poche pagine del Memorandum of Understanding siglato il 16 luglio scorso tra l'UE e la Tunisia di Kais Saied.Che la situazione economica e politica della Tunisia sia drammatica, e che sia importante l'impegno solidale dell'Europa, è certamente un aspetto evidente e condiviso. Ma è altrettanto evidente che il Memorandum tra UE e Tunisia non si pone questo come obiettivo principale, ma si concentra piuttosto sulla questione migratoria, mettendo gravemente a rischio il rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e della dignità delle persone migranti.Così come è già successo con la Turchia di Erdogan e con la Libia delle milizie, l'UE, per cercare di contenere gli arrivi sulle coste italiane e d'Europa, finanzia un regime che ha cancellato le garanzie democratiche al proprio interno. E lo fa senza porre alcuna concreta condizionalità sul rispetto dei diritti umani fondamentali, al di là della consueta formula nel testo che ormai risuona più come un vuota clausola stilistica, quando il quadro in cui si opera ha recentemente visto il presidente Saied sciogliere il Parlamento tunisino, scatenare una vera e propria caccia allo straniero nei confronti dei migranti sub-sahariani, e infine deportare illegalmente ai confini con la Libia e con l'Algeria centinaia di persone in transito verso l'Europa, causando la morte di molte di loro, incluse donne e bambini, e violando quel diritto internazionale che lo stesso Memorandum richiama.Niente di tutto ciò sembra essere stato preso in considerazione dalla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. Peraltro, la UE non ha nemmeno ottenuto l'apertura incondizionata sperata, visto che Kais Saied ha dichiarato che non intende creare sul suo territorio centri per migranti non tunisini eventualmente respinti dall'Europa, e che il suo principale interesse è tutelare i suoi confini. Non i nostri.Il Memorandum of Understanding è una lista di dichiarazioni di impegni su molti argomenti. Come nel caso dell'accordo con la Turchia e del Memorandum con la Libia, si tratta di un documento privo di valore legale, e del tutto generico sia rispetto alle azioni da intraprendere che all'ammontare e all'origine dei fondi che saranno spesi. Si dipinge un quadro più che allarmante per la tutela dei diritti umani, in un contesto opaco e di cui è sempre più difficile chiedere conto nelle sedi opportune.Ovviamente l'unico vero obiettivo dell'Europa, e in particolare della nostra presidente del Consiglio, presente alla firma a Tunisi, è impedire alle persone – tunisine e provenienti da altri paesi – di partire. L'unica strategia dell'UE e del governo italiano è rilanciare la retorica dell'invasione: mettere in campo ingenti risorse, pagate dai contribuenti europei, per presentarsi come difensori delle frontiere e degli interessi dell'Unione e dei suoi stati membri.Il Memorandum parla anche del rafforzamento delle operazioni di ricerca e salvataggio: l'Europa fornirà nuovi assetti e strumenti alla Guardia Costiera tunisina che, secondo numerose testimonianze, utilizza modalità estremamente violente e pericolose durante le intercettazioni in mare, che in alcuni casi hanno portato alla morte delle persone in viaggio. I respingimenti in Tunisia, facilitati dai finanziamenti europei, sono inoltre da ritenersi illegittimi alla luce delle condizioni del Paese che ormai non si può più considerare sicuro ai sensi del diritto internazionale e in cui la vita dei migranti è in pericolo. Per quanto riguarda le vie d'accesso legali in Europa citate nell'intesa, paiono riferirsi solamente ai cittadini tunisini, nella consueta logica di scambio delle politiche di esternalizzazione delle frontiere. E come già successo in passato, è possibile che queste parole scadano in retorica, perché non sono indicate risorse e programmi attuativi.È bene ricordare che l'UE continua ad essere una delle aree del pianeta meno investite da flussi straordinari di persone in cerca di protezione e che l'Italia è solo al 13° posto in Europa per numero di migranti accolti in relazione alla popolazione residente (UNHCR Global Trens 2022). È utile altresì sottolineare come di canali d'accesso legali e sicuri per persone in cerca di protezione non c'è traccia negli atti del governo italiano e dell'UE, e che è proprio la loro assenza a produrre i viaggi sia via mare sia via terra.L'Unione europea continua ad adottare politiche miopi, inefficaci e dannose senza affrontare il fenomeno migratorio in modo strutturale. Questo accordo rappresenta una colpo durissimo al futuro dell'UE, ai diritti di migliaia di persone che fuggono da guerre, violenze, cambiamenti climatici e insicurezza alimentare, alla solidarietà e alla civiltà del diritto.Per questo chiediamo al Parlamento italiano e a quello europeo di condannarlo con fermezza".
A riprova che queste affermazioni non siano fini a se stesse, ecco queste immagini:
Il ritrovamento dei due corpi nel deserto al confine con la Tunisia è avvenuto ad opera della guardia di frontiera libica, dopo esserne stata informata da una rifugiata soccorsa in precedenza.
Questo è quello che avviene in queste ore nel deserto tra Tunisia e Libia:
مشاهد جديدة للكارثة الإنسانية التي مازالت مستمرة على الحدود بين #ليبيا و #تونس.
— أحمد خليفة 🇱🇾 (@ahmad_khalifa78) July 20, 2023
قوة من اللواء 19 حرس الحدود الليبية التابعة للجيش الليبي توثق قيامها بإنقاذ لاجئين أفارقة هائمين على وجوههم في الصحراء عقب إبعادهم من الأراضي التونسية في اتجاه الحدود مع ليبيا. pic.twitter.com/Tp8HAwhtD2
Questo è ciò per cui il 16 luglio Giorgia Meloni ha ringraziato, con le seguenti parole, il dittatore tunisino Kais Saied:
"Oggi abbiamo raggiunto un risultato che io considero estremamente importante. Questo nuovo incontro con il Presidente Saied, insieme a Ursula von der Leyen e Mark Rutte, è il risultato di un grande lavoro diplomatico che tutti hanno portato avanti con pazienza e con lungimiranza. Voglio quindi ringraziare tutti gli attori. Siamo molto soddisfatti del Memorandum d'Intesa che viene firmato oggi tra Tunisia e Unione europea, grazie anche all'importante lavoro del Commissario Várhelyi, che è qui. È un ulteriore passo importante verso la creazione di un vero partenariato tra la Tunisia e l'Unione europea che possa affrontare in maniera integrata la crisi migratoria e lo sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo.Come diplomazia italiana abbiamo a lungo lavorato per questo obiettivo: dopo la missione del Team Europe dello scorso 11 giugno, un altro importante passaggio con il Consiglio europeo dello scorso 29-30 giugno, dove abbiamo avuto delle Conclusioni che riflettono il livello di ambizione che oggi l'Europa ha nel suo rapporto con la dimensione esterna, con la sponda sud del Mediterraneo.Il partenariato con la Tunisia per noi è da considerarsi un modello per costruire nuove relazioni con i vicini del Nord Africa. Questo sarebbe stato probabilmente impensabile fino a qualche mese fa. Lo dico con una punta d'orgoglio, ma lo dico soprattutto con grande gratitudine nei confronti della Commissione europea, del Consiglio, dei partner che hanno lavorato a questo obiettivo. È un importante lavoro di squadra che da domani deve continuare con la stessa determinazione: il Memorandum è un punto di partenza al quale dovranno seguire diversi Accordi per mettere a terra gli obiettivi che ci siamo dati.Un ultimo passaggio voglio farlo in riferimento alla prossima Conferenza Internazionale sulla Migrazione che si terrà a Roma domenica 23 luglio e che avrà il Presidente Saied tra i protagonisti, ma parteciperanno diversi Capi di Stato e di Governo dei Paesi mediterranei. È un altro importante passo per affrontare il tema della cooperazione mediterranea con un approccio integrato e io lo considero come l'inizio di un percorso che può consentire una partnership diversa da quella che abbiamo avuto nel passato.Quindi grazie a tutti ancora e continueremo a lavorare insieme con grande determinazione".
E adesso, il 23 luglio, Meloni riuscirà ancora a far finta di niente in relazione a quanto sta accadendo al confine tra Tunisia e Libia dove Saied sta deportando i migranti subsahariani? È questo, per lei, l'approccio integrato che considera come "l'inizio di un percorso che può consentire una partnership diversa da quella che abbiamo avuto nel passato"?