Il turno elettorale 2022 ha visto la fine improvvisa di alcune carriere politiche che sembravano non avere mai fine. Stefania Prestigiacomo, Alessandro Morelli, Lucia Azzolina e tanti altri cassati alle urne dagli italiani.

Teniamo presente che il crollo di partecipazione da parte della popolazione, che ha votato solo in percentuale di non molto superiore al 60% e il sensibile taglio del numero di parlamentari e senatori ha ridotto le aspettative di coloro che inoltre, nei collegi uninominali, hanno dovuto scontrarsi con politici di destra, che in questa tornata hanno ottenuto gran parte delle preferenze.

La legge elettorale e il taglio dei parlamentari, dicevamo,  hanno escluso dal prossimo Parlamento molti volti noti. Nella lista ci sono Luigi Di Maio, ma anche Gianluigi Paragone, Maria Rosaria Rossi, Giulio Centemero, Simone Pillon, Teresa Bellanova, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini... anche se non è detto che per alcuni di loro, tra resti e seggi lasciati liberi, non ci sia la possibilità di un ripescaggio. Tra chi non ce l'ha fatta anche Emma Bonino, ma la sua lista ha chiesto il riconteggio... mancherebbero 15mila voti.

Giorgia Meloni, a cui tutti tributano abilità politiche da grande statista, in realtà non ha fatto una campagna elettorale memorabile. Tutt'altro! Ha atteso, non si è dichiarata sui temi scottanti in agenda, ha ribadito il suo atlantismo dimenticando la sua sfrenata passione per Vox, per Orban, facendo così l'occhiolino ai sovranisti polacchi e al loro anti-putinismo, in modo da non inimicarsi l'amministrazione Biden.

Adesso, molti si chiedono, parafrasando una famosa frase di Luigi Pintor che fu il titolo di un suo articolo su il Manifesto, se dopo esser nati democristiani, non moriremo post-fascisti!

Difficile giudicare il popolo italiano. Viene da chiedersi come mai disoccupati, operai, licenziati in forza della delocalizzazione delle imprese, professori, giovani e studenti si siano lasciati affascinare dalle sirene sovraniste. Le destre, la storia ce lo insegna, non stanno mai con il popolo, ma lo usano accarezzandogli il capo prima di abbandonarlo in autostrada, esattamente come crudelmente molti fanno con gli animali.