Il New York Times ha pubblicato sul proprio sito un servizio in esclusiva (riproposto in questa pagina) in cui ci informa di come bombe italiane abbiano ucciso dei civili in Yemen.

Sono bombe fabbricate in Sardegna, nel Sulcis, dalla tedesca Rwm e che da Cagliari sono poi spedite in Arabia Saudita. Dal 2015 fino a maggio 2017 l’Italia ha fornito armi, bombe e munizioni all’Arabia Saudita per un valore di circa 40 milioni di euro.

Queste bombe non sono state utilizzate solo per uso militare, ma anche in attacchi contro civili. Nel video si mostra una famiglia di sei persone, tra cui bambini, sterminata da una bomba la cui matricola rimanda al sito produttivo in Sardegna.


Quello che stupisce in questa notizia, oltre al suo contenuto, sono le reazioni ufficiali da parte delle istituzioni e del partito di maggioranza che le supporta. Praticamente, non ci sono state, esclusa una mezza dichiarazione del ministero della Difesa che non vede nessun problema su quanto pubblicato dal New York Times perché l'Arabia non è un paese su cui esiste un qualche tipo di embargo in relazione alla vendita di armi.

Quindi, tutto a posto... e, come direbbe il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, "Avanti". Ma è sinceramente curioso da parte del Pd questa assoluta indifferenza nei confronti di una notizia simile, quando lo stesso partito, tramite i suoi organi ufficiali, si affretta a commentare nel giro di pochi minuti la frase di un giornalista (questa legislatura andrebbe sciolta nell'acido) con articoli, editoriali e post.

Ma delle persone, che erano vive e adesso non lo sono più a causa di ciò che il Governo italiano ha fatto con l'appoggio del Pd non meriterebbe una qualche riflessione, se non una qualche spiegazione?

Inoltre, il problema delle bombe all'Arabia Saudita non è una notizia che abbiamo scoperto solo ieri. Nel novembre del 2015, domenica 8 e lunedì 9, il presidente del Consiglio Matteo Renzi è andato in visita ufficiale in Arabia Saudita, incontrando il Principe ereditario e Ministro dell’Interno Mohammed bin Nayef, ed il vice Principe Ereditario e Ministro della Difesa Mohammed bin Salman. Era la famosa missione passata alla storia per l'incredibile litigio della delegazione italiana su come "spartirsi" i Rolex regalati dagli arabi. Che in quell'occasione Renzi e i ministri sauditi abbiano parlato di calcio? Improbabile.

In merito alla fornitura di armi all'Arabia, nel febbraio 2016, il movimento di Pippo Civati (Possibile), prendendo come riferimento l'invito del Parlamento europeo «ad avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita» alla luce delle accuse di violazione del diritto umanitario internazionale perpetrate da quel paese nello Yemen, aveva rivolto 8 domande a Matteo Renzi che però si è ben guardato dal rispondere.

E Matteo Renzi non ha risposto neppure oggi, come non hanno risposto il premier Gentiloni e la ministra della Difesa Pinotti.

Eppure, in base alla nostra Costituzione (articolo 11) "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali..."

E secondo il Pd, vendere armi ad un Paese che le usa non per difendersi, ma anche per sterminare i civili all'estero è forse lecito? Senza dimenticare che i sauditi non si fanno problemi neppure nei confronti dei loro stessi connazionali come accaduto nella città di Awamiyah, perché sciiti e non sunniti.