Questo venerdì il ministero della Salute israeliano ha esteso la somministrazione di una terza dose di vaccino anti-Covid a partire dagli over 40. Più di due settimane la terza somministrazione era stata consigliata agli israeliani over 60 anni.

Una settimana fa, la raccomandazione era stata portata agli over 50 e adesso è ulteriormente scesa fino agli over 40, includendo anche i dipendenti di istituti geriatrici, personale  sanitario, personale scolastico  e persone immunodepresse, qualunque sia la loro età. In ogni caso, per poter accedere alla terza dose di vaccino devono essere trascorsi almeno cinque mesi dall'ultima inoculazione.

Per sensibilizzare la popolazione, il 49enne premier Bennett, già questa mattina si è fatto iniettare il richiamo, invitando anche gli altri israeliani over 40 a fare altrettanto per avere così la certezza di evitare un quarto lockdown. 

Per rendere ancor più efficace la campagna vaccinale Bennett ha fatto sapere di aver avviato l'apertura di altre centinaia di centri di vaccinazione, anticipando che tra non molto la somministrazione di una terza dose sarà estesa anche al resto della popolazione.  

Secondo quanto dichiarato da autorità sanitarie israeliane, il richiamo rallenterebbe il contagio, in base ai dati degli ultimi due giorni che indicano una sensibile diminuzione nel numero di nuovi casi Covid tra gli over 60 anni, tra cui la somministrazione di una terza dose di vaccino è iniziata da più di due settimane.

Va ricordato che la scelta di Israele sta contravvenendo alle indicazioni dell'OMS che aveva invitato i Paesi ricchi a ritardare i richiami per favorire la distribuzione dei vaccini anti-Covid nei Paesi più poveri dove è già complicato far arrivare e somministrare anche una sola dose. Una scelta, quella dello Stato ebraico, inaccettabile non solo moralmente, ma anche epidemiologicamente, perché finisce per favorire la creazione di nuove varianti, sempre più contagiose e, pertanto, pericolose.