Il presidente Donald Trump ha tenuto un discorso sullo Stato dell’Unione che ha lasciato il segno, non solo per il suo tono trionfalistico ma anche per le polemiche e le reazioni contrastanti che ha suscitato. Di fronte ad un Congresso diviso, il tycoon ha celebrato i successi della sua amministrazione, rivendicando risultati che, a suo dire, superano quelli ottenuti in intere legislature precedenti.
Trump ha affermato che nei primi 43 giorni del suo nuovo mandato ha realizzato più di quanto molte amministrazioni abbiano fatto in quattro o otto anni.
“America is back”, “L’America è tornata”:
“Lo slancio dell’America è tornato. Il nostro spirito è tornato. Il nostro orgoglio è tornato”, ha dichiarato con enfasi, sottolineando un’impennata di ottimismo tra i cittadini e le imprese. Secondo lui, per la prima volta nella storia moderna, il numero di americani che credono che il Paese stia andando nella giusta direzione supera quelli che la pensano diversamente, con un record di 27 punti di scarto dal giorno delle elezioni.
Trump ha poi snocciolato una serie di dati, alcuni dei quali contestati, per dimostrare il successo della sua amministrazione: in sole sei settimane avrebbe firmato quasi 100 ordini esecutivi e preso più di 400 iniziative per rilanciare il Paese. Ha definito il primo mese della sua presidenza “il più riuscito della storia americana”, un’affermazione che molti osservatori hanno giudicato discutibile.
L’arrivo della First Lady Melania Trump a Capitol Hill è stato accolto con entusiasmo da parte della platea repubblicana, mentre il discorso del presidente ha scatenato proteste da parte dei democratici. La prima interruzione si è verificata quando Trump ha esaltato la sua “storica vittoria”, con i parlamentari repubblicani che hanno reagito intonando cori di “USA, USA”. Le tensioni sono esplose fino a costringere lo speaker della Camera a minacciare di far espellere i contestatori, come poi è avvenuto per il deputato texano Al Green.
Uno dei passaggi più controversi del discorso è stato l’attacco di Trump alla “dittatura del politicamente corretto”. Il presidente ha dichiarato con fermezza: “Il nostro Paese non sarà più woke”, ribadendo la sua opposizione alle politiche progressiste su diversità e inclusione.
Grande attenzione ha ricevuto anche il passaggio dedicato a Elon Musk, che Trump ha pubblicamente ringraziato, scatenando reazioni contrastanti. Mentre alcuni repubblicani si sono alzati in piedi per applaudire, i democratici hanno fischiato e mostrato cartelli con la scritta “Musk steal” (“Musk ruba”), riferendosi ai presunti vantaggi economici ottenuti dal miliardario. Trump ha citato un’indagine che avrebbe rivelato sprechi governativi, ma molti dei dati riportati si sono rivelati imprecisi o già smentiti in passato.
Uno dei punti più sorprendenti del discorso è stata la rinnovata ambizione di Trump di annettere la Groenlandia agli Stati Uniti. “Penso che ce la faremo in un modo o nell’altro”, ha detto, lasciando intendere che l’annessione potrebbe avvenire sia tramite negoziati sia con mezzi più coercitivi. Tuttavia, ha assicurato di voler rispettare la volontà dei groenlandesi, dichiarando: “Sosteniamo fermamente il vostro diritto di determinare il vostro futuro. E se lo scegliete, vi diamo il benvenuto negli Stati Uniti d’America”.
Il discorso di Trump è entrato nei libri di storia anche per la sua durata: un’ora e 40 minuti, il più lungo mai pronunciato da un presidente americano in una sessione congiunta del Congresso. Ha superato il precedente record di Bill Clinton nel 2000, che parlò per 89 minuti.
In definitiva, il discorso sullo Stato dell’Unione di Donald Trump ha evidenziato la sua volontà di presentarsi come il leader che sta riportando grandezza all’America, nonostante le divisioni politiche e le polemiche che continuano ad accompagnare il suo mandato. Con le elezioni all’orizzonte, le sue parole suonano come un manifesto per il futuro del Paese.