Questo martedì, è stato reso noto che un tribunale australiano ha riconosciuto colpevole il card. George Pell, 77 anni, prefetto della Segreteria Economica vaticana dal 2014, per aver abusato di due minori. I fatti risalgono agli anni '90, quando Pell era a Melbourne, città di cui è stato prima vescovo ausiliare e successivamente, dal 1996, arcivescovo. I ragazzini da lui abusati, di 12 e 13 anni, appartenevano al coro della sagrestia della cattedrale di Saint Patrick.

George Pell era poi diventato arcivescovo di Sidney nel 2001. Cardinale dal 2003, dal 2013 su indicazione di Papa Francesco faceva parte del Consiglio dei cardinali, l'organo che coadiuva il Papa nella riforma della Curia romana.

Già nel 2014 Pell era stato chiamato a testimoniare davanti alla Royal Australian Commission, deputata a indagare sugli abusi sessuali, e a cavallo tra il 2015 e il 2016 fu accusato di proteggere altri sacerdoti, colpevoli di violenze sessuali contro minori negli anni Settanta. Circostanza, però, da lui negata in una testimonianza rilasciata in videoconferenza.

Nell'ottobre 2016, il cardinale Pell viene interrogato a Roma da legali australiani, per i presunti abusi sessuali su minori da lui commessi nella sua ex diocesi di Melbourne. In seguito, nel giugno 2017, viene accusato formalmente di violenza sessuale. Chiamato a comparire il 26 luglio davanti a un tribunale australiano, il cardinale Pell lascia i suoi incarichi in Vaticano per essere libero di difendersi, definendo comunque infondate le accuse.

Pell era coinvolto in due procedimenti giudiziari separati. In uno di questi, relativo a fatti accaduti negli anni '70, le accuse sono state ritirate. Nell'altro, solo una delle vittime ha testimoniato al processo, ma la sua identità è stata tenuta segreta. L’altra vittima era deceduta per overdose nel 2014.

Il verdetto unanime dei 12 membri della giuria della County Court dello Stato australiano di Victoria è stato emesso lo scorso 11 dicembre dopo due giorni di discussione, ma è stato reso pubblico solo oggi. L'udienza per stabilire la condanna del cardinale Pell, che continua a dichiararsi innocente ed il cui avvocato pensa già di ricorrere in appello, si terrà mercoledì 27 febbraio. La pena massima prevista in Australia per questo reato comporta fino a 50 anni di carcere.

In un comunicato a nome della Conferenza episcopale australiana da lui guidata, l’arcivescovo Mark Coleridge ha così commentato la notizia della condanna del cardinale Pell: "I vescovi sono d’accordo sul fatto che tutti sono uguali di fronte alla legge e devono rispettare il sistema legale australiano. Lo stesso sistema legale che ha emesso il verdetto prenderà in considerazione l’appello del team di legali del cardinale. La nostra speranza è che attraverso questo processo giustizia sia fatta. Nel frattempo, preghiamo per tutti coloro che sono stati abusati e per i loro cari, e ci impegniamo nuovamente a fare tutto il possibile per garantire che la Chiesa sia un luogo sicuro per tutti, specialmente per i giovani e i più vulnerabili".