Nel Consiglio dei Ministri che si terrà nel pomeriggio di questo martedì a Palazzo Chigi, tra i punti all'ordine del giorno, vi è la presentazione di un disegno di legge promosso dal cognato di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida, nominato ministro dell'Agricoltura, delle  foreste e addirittura della Sovranità alimentare (qualunque cosa sia e qualunque cosa possa significare).

Il ddl all'esame del CdM introduce "disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici".

Di cosa si tratta? Lo spiega l'agenzia DIRE (www.dire.it) in una anticipazione di cui si riportano alcuni estratti.

È una legge che vuole vietare la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, con l'intento di "assicurare la tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini nonché preservare il patrimonio agroalimentare", un settore considerato "di rilevanza strategica per l'interesse nazionale". Come si legge nell'articolo 2, se la legge venisse approvata così com'è nella bozza, in Italia sarebbe "vietato agli operatori del settore alimentare e agli operatori del settore dei mangimi, impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare, alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati". Una norma che regolerebbe quindi non solo il cibo destinato all'uomo, ma anche quello per gli animali: no al sintetico per tutti, "sulla base del principio di precauzione".Per scoraggiare le aziende che volessero puntare sul settore del cibo sintetico, il Governo ha previsto nella bozza del ddl una sanzione amministrativa da un minimo di 10mila fino a un massimo di 60mila euro, “ovvero fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente all'accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60.000” (articolo 4).L'articolo 4 del ddl prevede la stessa sanzione anche per "chiunque abbia finanziato, promosso, agevolato in qualunque modo" queste condotte.Per il Governo, insomma, la ricerca e la sperimentazione sul tema sarebbero ancora in una fase tale da non poter escludere che questi alimenti prodotti in maniera artificiale non abbiano conseguenze negative sulla salute di uomini e animali. L'articolo 6 della bozza del ddl spiega che "le disposizioni della presente legge non si applicano ai prodotti di cui all'articolo 2 legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell'Unione europea o in Turchia o in uno Stato parte contraente dell'accordo sullo Spazio economico europeo".

Ad una prima lettura di questa anticipazione, sembrerebbe che il governo voglia vietare la produzione e la commercializzazione della carne coltivata, in toto. Poi, l'articolo 6 sembrerebbe escludere la produzione di carne coltivata in Italia, ma non la sua commercializzazione purché questa sia di provenienza europea... o turca!

Comunque, ne sapremo di più in serata. Quale sia lo scopo di questa legge è però ben chiaro fin da ora. La salute degli italiani non c'entra assolutamente nulla. L'unica salute che i post-fascisti al governo vogliono tutelare è quella delle lobby che promuovono gli allevamenti intensivi nel nostro Paese e che vedono minacciati i loro fatturati dalla carne coltivata.

Allevamenti intensivi che, tra l'altro ,sono uno spreco enorme di risorse idriche e alimentari... gran parte di acqua e terreni coltivati va nella produzione di cereali per alimentare quel settore... con costi ambientali anche importanti relativi alla produzione di anidride carbonica.

Per soddisfare Confagricoltura, ecco la nuova folle norma di questo folle esecutivo che, nel pieno rispetto delle sue origini, si inventa e propone nemici ogni giorno che passa per vendere propaganda agli sprovveduti che, per il momento, ne costituiscono il bacino elettorale.

In base all'anticipazione riportata, il ddl parla di carne sintetica, ma solo di origine animale. Evidentemente, al cognato della Meloni, impegnatissimo ad inventarsi disciplinari per tutelare la sovranità culinaria italica nei ristoranti all'estero che si definiscono italiani, deve essere sfuggito che la carne coltivata, oltre che di origine animale è anche di origine vegetale, utilizzando ad esempio le radici delle piante di soia, di cui l'eme contenuto nelle sue proteine viene "inserito" in un lievito geneticamente modificato che, tramite un processo di fermentazione, si riproduce generando carne... anche in questo caso sintetica.

E adesso, come farà il ministro-cognato a spiegare la dimenticanza a Confagricoltura, dato che la concorrenza alla carne tradizionale rimane?