La dichiarazione social da parte di Matteo Renzi non è ancora arrivata. Per il momento, si è limitato a segnalare l'allarme lanciato dall'attore Sacha Baron Cohen sul fatto che proprio i social che lui quotidianamente continua ad utilizzare (!) stanno distruggendo la democrazia, dimenticandosi di quando, da presidente del Consiglio, riceveva con tutti gli onori il CEO e creatore di Facebook, Mark Zuckerberg.

In ogni caso, la notizia di oggi che indirettamente - ma neanche tanto - riguarda Matteo Renzi e, di riflesso, il suo neo partito Italia Viva, è quella relativa alle perquisizioni effettuate da martedì mattina dalla Guardia di Finanza a Firenze e in altre città italiane per l'inchiesta della Procura del capoluogo toscano sulla Fondazione Open.

A presiedere la Open, costituita anni fa per raccogliere i fondi necessari a sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi (come ad esempio la Leopolda),  era Alberto Bianchi, avvocato fiorentino e amico di Renzi, già dallo scorso settembre indagato e sottoposto a perquisizione per traffico d’influenze illecite, avendo organizzato - secondo l'ipotesi investigativa - una specie di do ut des collegato alla conclusione di affari. A completare il consiglio di amministrazione di Open,  Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai (il cosiddetto "giglio magico").

In base a quanto riportano le agenzie di stampa, la Procura di Firenze ha chiesto le perquisizioni per le seguenti ipotesi di reato: riciclaggio, traffico di influenze e autoriciclaggio.

Le perquisizioni sono in atto in numerose città italiane, da nord a sud: Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli, Palermo.

Ad Alberto Bianchi, ex presidente di Open, già a settembre furono sequestrati alcuni documenti relativi alla fondazione, tra cui la lista dei finanziatori.