Aumenta ogni sabato, il numero di cittadini che chiedono verità e legalità nel corteo che, partendo da Piazzale della Vittoria percorre Corso della Repubblica e altre vie di Forlì per arrivare in piazza Saffi.

Sabato 23 ottobre, circa cinquecento persone nel corteo autorizzato, sempre pacifico ma determinato a dimostrare che la minoranza che protesta contro le misure introdotte in Italia (unico paese al mondo che obbliga ad un passaporto vaccinale per accedere al lavoro), non è poi così irrilevante. Cittadini che denunciano come queste non siano misure sanitarie ma politiche, che hanno unicamente l’obiettivo di indurre tutti alla logica di una “vaccinazione” costante e ad un “green pass” che possa tracciarci ovunque, come sta succedendo nelle scuole, dove i dirigenti scolastici visualizzano se hai o meno il “visto” anche senza chiedertelo, da remoto, violando un diritto alla riservatezza che fino a qualche giorno fa era considerato un reato perseguibile.

Ma adesso le regole si possono modificare molto facilmente, basta un Decreto Legge e tutto è possibile, tutto è lecito, anche il ricatto, per obbligare forzatamente all’accettazione del trattamento. E il primo articolo della costituzione è di fatto modificato, perché l’Italia, adesso, è una Repubblica fondata sul passaporto vaccinale, senza il quale sei privato anche del lavoro, anche se i vaccini non immunizzano e non esiste nessuna logica scientifica o statistica che comprovi la riduzione dei danni provocati dalla malattia in chi è vaccinato, oltretutto, a comprova che non di misura sanitaria si tratta, per Decreto Legge si è stabilito che l’immunità vale per dodici mesi. Ma il virus non è stato avvisato e non aspetta dodici mesi. E non va dimenticato che la pericolosità del siero è comprovata, visto che fin dal primo D.L impositorio dell’obbligo il governo ha provveduto a porsi al di fuori da ogni responsabilità dai danni che esso poteva causare ed in effetti ha causato, abbandonando a sé stessi coloro che tali danni subiscono e negando con ostinazione ogni correlazione ai malcapitati, correlazioni che ben sapevano difficili da dimostrare, anche se ben evidenti.

Tante persone si riuniscono in cortei sempre più popolati proprio perché i ricatti, le bugie, le imposizioni ingiustificate, la lesione dei diritti principali del cittadino e le offese recate a chi ancora si avvale del principio di uguaglianza trovino una giusta fine.

Ed è proprio per accogliere, con una dimostrazione di presenza, che martedì 26, una rappresentanza di cittadini, tra cui alcuni insegnanti, ha dimostrato al presidente regionale Bonaccini (in arrivo a Forlì per la presentazione di un suo libro), che anche chi non accetta le ingiustificabili imposizioni vaccinali esiste e, nonostante le esplicite manifestazioni di disprezzo ricevute, continua con dignità ed onestà a volere esistere, per continuare ad apportare il proprio contributo alla crescita di un paese che da ottant’anni non vedeva incitamenti all’odio tra i cittadini da parte anche da alte cariche istituzionali.

Articolo di Gabriele Catozzi