Questa settimana, diplomatici russi hanno partecipato a tre incontri in Europa sulla questione Ucraina con rappresentanti di Stati Uniti, Nato e Commissione europea.

Giovedì, a poche ore dalla fine dell'ultimo incontro, un attacco informatico - che secondo Kiev vedrebbe il coinvolgimento russo - ha bloccato decine di siti web istituzionali dell'Ucraina mostrando un messaggio in russo, ucraino e polacco in cui si invitava la popolazione ad aver paura e a temere il peggio.

L'attacco informatico non era serio e la funzionalità dei siti è stata ripristinata in poco tempo, ma la preoccupazione per un imminente attacco della Russia al resto dell'Ucraina non ancora sotto il controllo di Mosca rimane, visto che i colloqui dei giorni scorsi hanno avuto il solo merito di non essersi conclusi all'istante e risultati tangibili sul ritiro delle forze russe non sono stati raggiunti. 

Così, al confine orientale e a quello meridionale del Paese, continuano a stazionare i 100mila militari lì radunati progressivamente a partire dai mesi scorsi, insieme ad armamenti e mezzi corazzati.

Nelle scorse ore, inoltre, Washington ha dato notizia dell'intenzione di Mosca di voler simulare un falso attacco da utilizzare come pretesto per giustificare l'invasione dell'Ucraina, che sono in molti a credere ormai imminente.

Ed è per tale motivo che gli Stati Uniti, secondo quanto anticipato dall'agenzia Reuters avrebbero iniziato a sondare i principali produttori di gas per valutare la quantità di possibili approvvigionamenti e scorte che sarebbero in grado di rendere disponibili nel caso in cui la Russia dovesse rispondere alle sanzioni (o a un conflitto, anche indiretto) con la riduzione o addirittura il blocco delle forniture di gas verso l'Europa.

La risposta, al momento, sembra sia stata alquanto tiepida, pertanto, il già terroristico aumento dei prezzi annunciato da mesi dal nostro governo - rimanendo all'Italia - sarebbe solo il primo di ulteriori infiniti aumenti.

Quindi, gli scenari che si prospettano a seguito di un'invasione russa sono più che preoccupanti e ci riguarderanno senz'altro, fin da subito... e il blocco - più o meno parziale - della fornitura di gas russo sarebbe solo uno degli aspetti da temere, considerando non del tutto assurda l'ipotesi di un'escalation militare che potrebbe vedere persino il coinvolgimento diretto anche della Nato. 

Da ricordare, infine, che la crisi economica anche in Russia si fa sentire sulla popolazione che però, per motivi legati al nazionalismo, continua  a sostenere Putin per la sua politica estera anti-occidente.