Queste sono e motivazioni del preside della scuola media che ha negato la visita a Cesare Nosiglia.

"Gent.mo Parroco,

mi scuso innanzitutto per il ritardo nel risponderle. Con la presente vorrei argomentare la mia contrarietà a questo tipo di visita, contrarietà che trova la sua radice nella natura della scuola pubblica statale e nei principi costituzionali.

La questione che il vescovo non voglia con questa visita convertire nessuno mi sembra del tutto fuorviante. Il ruolo che riveste, la sua carica, il tipo di visita sono evidentemente legate alla religione cattolica. Se vuole solo salutare i ragazzi e gli operatori, secondo me dovrebbe farlo negli spazi della parrocchia e/o in altri spazi che avrà in dotazione e tutti gli interessati potranno essere salutati e salutarlo.

La stessa cosa varrebbe per qualunque altro rappresentante di religioni, così come per rappresentanti di idee politiche o altro. Io stesso faccio molta attenzione a non usare la scuola per fini non istituzionali e invito gli insegnanti a fare altrettanto. Sarebbe curioso e incoerente se sostenessi una posizione diversa nella scuola che dirigo.

In questo penso semplicemente di far rispettare i valori più profondi di laicità dello Stato inseriti nella Costituzione.

La laicità dello Stato non è infatti semplicemente il rispetto di tutte le posizioni, ma anche e prima di tutto la protezione delle istituzioni della Repubblica dalle ingerenze. Se la scuola concedesse la visita al vescovo dovrebbe poi farlo, almeno ipoteticamente, con l’imam, con il pastore, con il rabbino, con un esponente delle associazioni atee. Lei può comprendere come questo significherebbe destrutturare completamente il ruolo della scuola della Repubblica.

Diverso sarebbe se l’istituzione scuola organizzasse un dibattito culturale tra esponenti di diverse religioni e atei, nel quadro di un curricolo scolastico di responsabilità della scuola.

La questione, d’altronde, non può nemmeno essere posta dal punto di vista di "esonerare" qualcuno dalla visita, perché ciò porrebbe problemi educativi e di rapporti ancora più grandi.

Sono invece favorevole e disponibile a informare le famiglie sulla visita pastorale e in merito agli appuntamenti del vescovo sul territorio, in modo che liberamente ognuno possa scegliere e non vedersi imposto questo incontro o dover fare attività isolate dai compagni mentre si svolge la visita.

La ringrazio per l’occasione di confronto e di riflessione che mi ha offerto e mi impegno a farle sapere qualcosa al più presto.

Cordiali saluti, Lorenzo Varaldo"