Pur essendo riconosciuto nel suo inalienabile diritto alla proprietà dell’abitazione, per Giuliano Castorina, presidente del comitato “Ridateci casa nostra!”, rimane l’incertezza dei danni arrecati allo stabile, mentre certi utensili e suppellettili di sua proprietà sono stati trafugati dall’illegale invaditrice: infatti, oltre a dovere risistemare l’integrale immobile comperando nuovi infissi esterni ed interni, ha dovuto procacciarsi quasi tutti gli arredamenti per le varie stanze, compresi i servizi igienici e le rubinetterie provocandogli un esorbitante esborso di denaro, non sempre adeguato a coprire tutti le acquisti, ed il più delle volte facendo appello alla solidarietà umana per ottenere donazioni di beni utili alla funzionalità della casa.

Con un bambino di un anno d’età ed una compagna, Castorina fronteggia faticosamente le spese quotidiane idonee alla loro sopravvivenza ed avverte il bisogno di giustizia per ottenere almeno la riconsegna di quanto pertiene alla sua proprietà. Se si osserva che egli è un lavoratore precario, è comprensibile di conseguenza che per tale circostanza egli la invochi nuovamente, sebbene sia stato sconfortato ad intraprendere azioni in tal senso da molti soggetti, soprattutto da alcuni addetti delle forze dell’ordine e da alcuni operatori giuridici.

Molti amici si sono mostrati e continuano a mostrarsi solidali: chi offre il pranzo o la cena, chi offre un buono carburante, chi regala dei beni di prima necessità, chi qualche vestitino per il neonato. – è il suo amaro commento – Non è facile: bisogna pure saper chiedere e poi credo che lavorare non sia una vergogna. Le complicazioni avvengono per colpe altrui ed è un autentico peccato che la nostra giustizia sia lenta quanto incerta, per recuperare le somme dovute senza spendere altri soldi, dato che non li elargiscono spontaneamente neanche sotto sentenza di tribunale. Dove poi forse dopo sarò risarcito da furti e danneggiamenti, che sulla carta sono, come lo sfratto, convalidati e riconosciuti; ma rimangono non risarciti e con gli autori non puniti. A seguito della sentenza di sfratto dovevo dimostrare loro cosa era mio in casa mia; ma portarono via lo stesso molte cose, comperate col mio denaro e con i pochi fondi del progetto “Resto al Sud”, includendo quelle presenti nelle camere del padrone, dove asportarono persino quadri, comodini e porte, comportamento a tutt’oggi rimasto non punito. A ciò si aggiunga il danneggiamento ai letti, che non potevano asportare e andavano via sotto gli occhi dei militari, i quali riconoscevano lo sbaglio e i danni; ma non potevano fare nulla, se non dare un tempo di stop a ciò. Inutile è stato un tentativo di mediazione in uno studio legale a Giarre, dove loro presero mesi furbescamente e cambiando legale, mentre mio figlio era ricoverato all’ospedale a Catania. Per fortuna nell’appartamento in via D’Amico 117 vi alloggia un amico, che, contribuendo alle spese insieme ad un altro mio amico, guida turistica, stanno contribuendo a ripristinare l’appartamento piano piano ricomprando le cose asportate, montandole con l’auspicio che a dicembre si possa finalmente riaprire sotto con una nuova denominazione”.

Stando alla normativa vigente il proprietario dovrebbe prima effettuare una perizia tramite un tecnico per quantificare i danni e poi chiedere il risarcimento all’occupante: infatti, il danneggiamento non è più un reato, poiché dal 2015 depenalizzato, per cui ora viene praticata solo una sanzione ammnistrativa. Di norma un deposito cauzionale giova per ottenere una garanzia nel caso di danni all’appartamento occupato; tuttavia la Cassazione ha stabilito che il locatore non può arbitrariamente quantificare l’entità del danno, compensandolo con la cauzione. Tale attività può essere espletata solo da un soggetto terzo e imparziale: il giudice costringe il proprietario ad avviare una causa di risarcimento nei confronti del conduttore occupante, il quale invece, se resta inattivo, deve rendere tale somma con gli interessi allo stesso tempo maturati.

La persistente lentezza dei tribunali italiani costituisce un ostacolo per quei cittadini onesti, i quali iniziano a mostrare segnali di disamore verso un potere dello Stato, che dovrebbe essere autonomo ed funzionante; ma che da qualche decennio a questa parte ha smarrito la sua naturale tonicità.