A latere di un vertice UE in Spagna, la presidente della Commissione Europea Ursuala von der Leyen ha incontrato il premier armeno Nikol Pashinyan. Gli ha ribadito le promesse di aiuti economici e di appoggio politico per il suo Paese, che vorrebbe trascinare da questo lato del campo di gioco continentale.
Nel frattempo, Viola von Cramon-Taubadel del comitato Affari esteri del Parlamento Europeo ha incontrato a Erevan il viceministro degli Esteri Paruyr Hovhannisyan. Nel summit è stato detto che la UE condanna le azioni dell’Azerbaijan contro l’Artsakh e questa posizione ha ricevuto gli apprezzamenti del viceministro armeno.
Mancano però sia le parole sia le azioni concrete da parte di Bruxelles per fermare le operazioni di Baku nel Karabakh. Solo condanne formale, ma nessuna sanzione: la UE se ne guarda bene, perché l’Azerbaigian è un partner fondamentale per l’approvvigionamento di gas, specialmente ora che le sanzioni contro Mosca hanno reso più caro e più difficile (anche se non impossibile) avere il gas siberiano. Anzi, già che c’è, Bruxelles riesce persino a far innervosire Mosca ancora di più, perché Erevan è suo alleato storico e oggi vuole portargliela via con lusinghe e promesse di aiuti.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha messo in guardia contro queste “avances” che nascondono l’intenzione di inserirsi nei giochi in Caucaso. Per di più, la società armena resta fondamentalmente legata alla Russia e non condivide il corso politico intrapreso dagli attuali vertici.