CASERTA – (AISNEWS – Ernesto Genoni) - Certo a voler approfondire la figura del grande Luigi Vanvitelli, in vista del suo 250° anniversario (1773-2023), lascia un po’ di amaro in bocca a pensare che sarà forse eretto in sua memoria un cenotafio nella città di Caserta, un monumento tombale privo delle spoglie del Vanvitelli. Perché le spoglie del Vanvitelli, in effetti, non sono state mai identificate nonostante i mille tentativi fatti nel corso degli anni dagli storici. In effetti il corpo di Vanvitelli fu sepolto sotto l'altare della chiesa di S. Francesco di Paola, così come era usanza a quei tempi nelle chiese, - prima dell'editto di Saint Cloud del 1804 - sepoltura riservata a nobili e uomini illustri: sotto l'altare perché più vicini al Signore. Parliamo dunque, di sepoltura collettiva che lascia pochi margini identificativi, nel tempo. La richiesta del cenotafio parte da un comitato casertano di amici del Vanvitelli.

L'atto di morte fu redatto nel "Liber Mortuorum" della chiesetta di San Sebastiano, dove visse per alcuni anni, adiacente al Convento che per volontà di Ferdinando IV egli stesso restaurò di sana pianta. L'atto di sepoltura è riportati invece nei libri della parrocchia di S.Francesco di Paola, inclusa nella Villa Reale (già Ospedale Militare), che lui stesso progettò e fece edificare. (vedi foto)

Da sempre Vanvitelli, per tanti casertani e non, è l’augusto architetto di origini olandesi, l’illustre van Vittell.  L’uomo capace di realizzare per i Borbone, qui a Caserta, a un tiro di cannone dal golfo di Napoli e delle golette francesi ed inglesi, un palazzo reale, elegante e sontuoso, tra barocco e neoclassico, al pari della sontuosa residenza francese di Versailles. 

(Il cenotafio è un monumento sepolcrale privo dei resti mortali della persona in onore della quale è stato eretto.) Vanvitelli morì il 1 marzo del 1773 così come dai registri parrocchiali. Volle essere seppellito nella chiesa di S.Francesco di Paola a Caserta.

Le sue capacità professionali emersero, già da giovane, anche con la “restaurazione” della Cupola di San Pietro in Vaticano, indebolitasi non poco nel tempo, e da lui ripristinata con somma maestria ed abilità, nonostante le fastidiose ed aspre critiche ricevute da colleghi, gelosi, nonostante avessero rifiutato quell’incarico. Una contesa che durò lunghi anni e che amareggiò non poco Vanvitelli.

Emerge poi, da un nostro approfondimento storico, dalle memorie e da riscontri epistolari di Luigi Vanvitelli Jr. (1823), anche lui architetto:

“(…) che l’universale riputazione ch’ebbe in tutta Italia, non poteva al certo essere addentata dalle meschine critiche, e calunnie de’ suoi rivali, né offuscata dal livido sguardo degli invidiosi. L’invidia pertanto non l’obbliò, né il poteva. Tutti i grandi uomini non ne furono esenti. Le critiche maldicenze, che furono in Roma contro di lui mosse, erano ingiuste ed insussistenti. Aveva egli scritto delle memorie per confutarle; ma sopraffatto da maggiori negozi, ebbe il coraggio di disprezzarle, né curò più di pubblicare le sue difese.”

Fu dichiarato Architetto di Corte. Non c’erano opere che si svolgessero nel regno di Carlo III e di Ferdinando I, per la quale non si volesse prima sentire il suo avviso. 

“La grandezza delle opere di Caserta, e delle altre dal Vanvitelli in Napoli eseguite, aveano già da gran tempo il Re Carlo indotto a dichiararlo Architetto di Corte, e Direttore di tutte le Reali Fabbriche. E tanto crebbe la reputazione che acquistò nell’arte sua, che non era fabbrica o riparazione, o altra operazione qualunque in materia di architettura da eseguirsi nella Capitale e nel Regno, per la quale non si volesse pria sentire il suo avviso. Nell’anno 1768, per le nozze dell’augusto Ferdinando I, felicemente regnante colla defunta Regina Maria Carolina, Arciduchessa d’Austria, regalò egli tutta la decorazione esterna del Palazzo Reale di Napoli.”

Morì a settantatre anni e sepolto a Caserta. Nessuna statua fu eretta per lui alla sua morte.

Negli ultimi anni della sua vita, Vanvitelli ritornò ad occuparsi di scenografia, allestendo nel 1766 gli apparati effimeri per il matrimonio di Ferdinando IV con Maria Giuseppa, e, dopo la morte di questa, lo sposalizio con Maria Carolina, celebrato nel 1768. Fu così che si concluse la laboriosa carriera di Vanvitelli: quest'ultimo, ormai stanco e afflitto, si ritirò definitivamente a Caserta, dove morì. Fu sepolto nella chiesa di San Francesco di Paola, da lui progettata, situata nelle immediate vicinanze della reggia. 

“La morte – così racconta ancora il nipote - il rapì nel primo giorno di marzo dell’anno 1773 nella città di Caserta, che avea col suo impegno cotanto illustrata, essendo vissuto poco più d’anno settantatré. Fu seppellito nella chiesa di San Francesco di Paola, nella stessa città senza che neppure un piccolo epitaffio v’indicasse l’esistenza delle fredde sue ceneri.”

Regnava Ferdinando I, in carica dal 1759 al 1825  - “La stima che ebbe di lui (Vanvitelli) il Re Carlo fu grandissima, e gliene diede fina da Madrid i più distinti contrassegni con inviargli in dono nel 1763 due medaglie d’argento e una di oro e premii ed onori accrebbe ai suoi figliuoli che lo seguirono nella Spagna. Del pari grande fu la considerazione di chi lo onorò il Re Ferdinando I, che nel dominio di questi regni all’augusto suo padre successe.” – “Parecchi stranieri ancora per dignità, e per dottrina ragguardevoli l’ebbero caro ed in pregio. Non gli mancò il favore dei principi che lo conobbero o della sua opera si valsero.”

“La celebrità che ottiene l’Architetto Luigi Vanvitelli, in vita e dopo morte, - scrive Luigi jr. - è fuor di dubbio giusta e meritevole, perché fondata sull’incontrastabile autenticità de’ grandi monumenti che ha lasciati ai posteri.”

Una statua a lui fu eretta nel 1879, a Caserta e piazzata al centro di una piazza a lui dedicata, diciannove anni dopo l’Unità d’Italia, statua scolpita da Onofrio Buccini, illustre artista di Marcianise (Ce). E nello stesso anno, 1879, grazie all'iniziativa del Presidente del Collegio degli Ingegneri, fu apposta una lapide che ricordasse l'evento nella chiesa di S. Francesco da Paola.

Quale immensa fortuna avrebbe potuto fare. Eppure visse e morì povero come dice il suo avo.

“Estremamente laborioso, e disegnatore indefesso, egli riuniva qualità sovente discordi, prontezza d'ingegno e sofferenza di studio, vivacità di spirito e ostinazione di fatica. In mezzo a tante occupazioni e gloria sì rara, era sempre umano, moderato, piacevole, discreto cogli operai, pietoso con i miseri, cortese con tutti. Disinteressato per natura, e spinto solo dall’amor della gloria, rilasciò spontaneo il diritto del 2% su i lavori, che il Re Carlo aveva stabilito. Quale immensa fortuna avrebbe egli fatto, se avesse curato di esigerlo? Eppure ei visse e morì povero: raro ed imitabile esempio di lodevolissima onestà, visse Luigi Vanvitelli caramente colla onestissima ed affettuosa consorte Olimpia Starich, romana. Sei figliuoli ebbe da essa, a quali die’ colta e gentile educazione, e più di tutto li educò col suo esempio all’onore ed alla virtù. Di di dolci costumi, nettissimo d'invidia, affabile e sincero per natura era da tutti desiderato, ed amici aveva moltissimi.”

Luigi Vanvitelli, a 37 anni sposò Olimpia Starich, figlia di un contabile della Fabbrica di San Pietro. Ebbe i seguenti figli. Riunì la famiglia a Caserta nel 1753 ospite nella casa del marchese Fogliani.

Carlo (1739 – Napoli, 1821), anch'egli architetto, proseguì la reggia di Caserta dopo la morte del padre e realizzò diverse architetture di pregio; - Pietro, nato nel 1741, divenne architetto militare e seguì Carlo di Borbone quando si trasferì in Spagna; - Gaspare, nato nel 1743, divenne magistrato e visse a Napoli; - Tommaso, nato nel 1744, morì dopo un mese di vita; - Francesco, nato nel 1745, seguì le orme del fratello Pietro; - Anna Maria, nata nel 1747, morì all'età di cinque anni, l'11 febbraio 1752; - Maria Cecilia, nata nel 1748, andò in sposa all'architetto Francesco Sabatini, allievo del padre; - Maria Palmira, nata nel 1750, convolò a nozze nel 1767 con Giacomo Vetromile, avvocato e Cavaliere dell'Ordine Costantiniano.

(in foto: la statua a Luigi Vanvitelli in Caserta (1879) - opera di Onofrio Buccini da Marcianise