In occasione dell’uscita di “Il Valzer delle Pare”, il singolo d’esordio di Louvree (Lucrezia Mattioni), abbiamo incontrato Francesco Maria Gallo, produttore artistico e arrangiatore del brano. Conosciuto per i suoi progetti musicali innovativi e ambiziosi, tra cui Inferno e Orlando Opera Rock, Gallo ci racconta il processo creativo dietro questa collaborazione, senza tralasciare i suoi lavori più concettuali e la sua visione del mondo musicale.

 
🎙️ Francesco, come è nata la collaborazione con Louvree?
Francesco Maria Gallo: È nata in modo molto naturale. Louvree aveva questa canzone che sentiva profondamente, quasi come una parte di sé. Quando mi ha fatto ascoltare la prima bozza di “Il Valzer delle Pare”, ho capito subito che aveva qualcosa di speciale. La sua scrittura è viscerale, autentica, e sapevo che il mio compito sarebbe stato quello di esaltare le sue emozioni senza mai sovrastarle.

 
🎙️ “Il Valzer delle Pare” è un brano che gioca con una struttura classica come il valzer, ma in chiave moderna e intima. Come hai affrontato l’arrangiamento?
Gallo: Ho voluto mantenere il cuore del valzer, ma destrutturarlo per renderlo contemporaneo. Il valzer ha un ritmo circolare, quasi ipnotico, e questa caratteristica si sposa perfettamente con il tema del brano: l’ansia, la paranoia, i pensieri che ritornano. Il pianoforte guida tutto con delicatezza, ma poi ci sono archi che entrano come una marea, creando un crescendo che riflette il tumulto interiore raccontato nel testo. Ho cercato di creare uno spazio sonoro in cui la voce di Louvree potesse emergere con tutta la sua vulnerabilità.

 
🎙️ C’è un grande equilibrio tra la semplicità dell’arrangiamento e l’intensità emotiva del testo. È stato difficile trovare questo bilanciamento?
Gallo: Non è stato facile, ma era fondamentale. Volevo che ogni nota accompagnasse il testo senza mai togliere spazio alle parole. Louvree ha una voce che trasmette molto, anche nei silenzi, e ho scelto di rispettare quei momenti. L’uso delle pause, dei respiri tra un verso e l’altro, è stato parte integrante dell’arrangiamento. Credo che sia proprio questo bilanciamento a rendere il brano così intimo e potente allo stesso tempo.

 
🎙️ Nel brano c’è una frase che spicca per la sua schiettezza: “E mi sono rotta il co di mille parole”*. Come hai reagito quando hai sentito questo verso per la prima volta?**
Gallo: Mi ha colpito subito! È disarmante nella sua autenticità. Louvree riesce a essere diretta senza perdere delicatezza. Penso che questo verso rappresenti il punto di rottura, quello in cui l’emozione si riversa senza filtri. Non ho voluto smussare nulla in quella parte. Al contrario, ho mantenuto la strumentazione minima per lasciare che la voce e il testo parlassero da soli. È una dichiarazione forte, e volevo che arrivasse dritta all’ascoltatore.

 
🎙️ Qual è stato il momento più intenso durante la produzione di “Il Valzer delle Pare”?
Gallo: Il momento più intenso è stato registrare il ritornello finale. Louvree ha cantato con una carica emotiva incredibile, e l’intero studio sembrava vibrare con lei. Abbiamo fatto diverse riprese, ma quella buona è stata una delle prime. Si sentiva che c’era qualcosa di autentico, quasi grezzo, che non andava toccato. È raro catturare quella sincerità al primo colpo, ed è stato un privilegio farne parte.

 
🎙️ “Il Valzer delle Pare” sembra un brano intimo, ma ha una forza universale. Credi che possa parlare a molti?
Gallo: Assolutamente. Louvree riesce a raccontare qualcosa di molto personale, ma con un linguaggio in cui chiunque può riconoscersi. La lotta con il panico, l’ansia, la sensazione di non essere ascoltati… sono esperienze comuni, soprattutto in questo periodo storico. La musica ha il potere di connettere le persone proprio attraverso queste emozioni condivise, e credo che questo brano abbia quella capacità.

 
🎙️ Qual è il valore aggiunto che Louvree porta alla scena musicale italiana?
Gallo: Louvree è autentica. Non ha paura di mostrarsi per quella che è, con le sue fragilità e la sua forza. In un panorama musicale spesso omologato, lei riesce a emergere con una voce unica, sia letteralmente che metaforicamente. Penso che il pubblico sia alla ricerca di artisti che raccontano storie vere, senza sovrastrutture, e Louvree è esattamente questo.

 
🎙️ Cosa possiamo aspettarci dalla vostra collaborazione in futuro?
Gallo: Stiamo già lavorando ad altri brani. Questo è solo l’inizio. Louvree ha molto da raccontare e io sono felice di poter contribuire a dar voce alle sue storie. Penso che il pubblico sarà piacevolmente sorpreso da quello che arriverà nei prossimi mesi.

🎙️ Oltre a questo progetto, sei conosciuto e apprezzato nel panorama musicale per aver composto e interpretato opere complesse come Inferno e Orlando Opera Rock, ispirato a Virginia Woolf. Cosa ti ha spinto a lavorare su progetti così concettuali?
Gallo: Sono sempre stato affascinato dall’idea di raccontare storie attraverso la musica, di creare mondi sonori che vadano oltre la semplice canzone. Inferno nasce dalla volontà di reinterpretare il viaggio di Dante con un linguaggio musicale attuale, mentre Orlando Opera Rock è stato ispirato dalla profondità e dalla complessità del romanzo di Virginia Woolf. Woolf ha esplorato temi di identità e trasformazione con una delicatezza straordinaria, e volevo portare quella stessa sensibilità nella musica.

 
🎙️ Orlando Opera Rock è un progetto ambizioso. Come hai tradotto un’opera letteraria così densa in musica?
Gallo: È stata una sfida incredibile. Woolf ha una scrittura quasi musicale, e il romanzo stesso attraversa epoche e stili diversi. Ho cercato di riflettere questa trasformazione continua con cambi di ritmo, strumenti che si mescolano e voci che cambiano, proprio come Orlando attraversa il tempo e i generi. È stato un lavoro che ha richiesto molta ricerca e un grande rispetto per il testo originale.

 
🎙️ Quanto ti ha influenzato la letteratura nella tua carriera musicale?
Gallo: Tantissimo. La letteratura offre una profondità narrativa che trovo affascinante. Cerco sempre di raccontare storie attraverso le mie composizioni, e spesso mi lascio ispirare dai grandi autori. Woolf, Dante, Erasmo da Rotterdam ma anche autori contemporanei: ognuno di loro ha lasciato una traccia nel mio percorso artistico.

 
🎙️ Tornando al presente, come si colloca “Il Valzer delle Pare” nel tuo universo musicale?
Gallo: Il Valzer delle Pare è un progetto più intimo, ma non meno profondo. È stato un modo per lavorare a stretto contatto con Louvree, creando uno spazio dove potesse esprimere liberamente le sue emozioni. Anche se diverso da Inferno o Orlando, porta con sé la stessa attenzione per i dettagli e la voglia di esplorare il lato più umano della musica.

 
🎙️ Come vedi il panorama musicale attuale?
Gallo: Penso che ci sia una grande voglia di autenticità. Le persone cercano canzoni che raccontino qualcosa di vero, di vissuto. Louvree incarna perfettamente questa esigenza. Non ha paura di mostrarsi fragile, e credo che questo sia il futuro della musica: meno artificio, più sincerità.

 
🎙️ Qual è il consiglio che daresti ai giovani artisti che vogliono emergere oggi?
Gallo: Di non avere paura di essere se stessi. La musica che resta è quella che racconta storie vere, che riflette l’identità di chi la crea. È importante studiare, sperimentare, ma alla fine ciò che conta è la sincera verità nell'interpretare attraverso ciò che siamo senza inseguire sogno che non sono i nostri.