L'unica unione che invece di render forte, finora ha dimostrato di render debole un intero continente è quella europea che continua a non voler fare tesoro dagli errori (molti) del passato e delle cose buone (pochissime) fatte di recente.

Di un tetto al prezzo del gas per fermare la speculazione che incide su un bene primario necessario a famiglie ed imprese se ne parla da mesi... ma ancora non è stato fatto nulla in merito.

Così l'annuncio di Gazprom che nello scorso fine settimana ha dichiarato di aver interrotto la fornitura di gas dal Nord Stream per problemi di fuoriscita di olio che Siemens non può riparare perché non gli è stato comunicato dove siano stati riscontrati, ha fatto sì che questo lunedì ad Amsterdam i Futures sul gas, che ne regolano il prezzo in Europa,  siano di nuovo tornati a salire (in apertura di contrattazioni) oltre il 20% a 270 euro per MWh. 

Come se non bastasse, la Norvegia, che in questo momento è diventato il principale fornitore di gas per l'Europa, ha comunicato che ridurrà il flusso verso il Continente per la manutenzione di 13 giacimenti e impianti di lavorazione per tutto il mese di settembre.

I ministri dei vari Paesi Ue che si occupano di energia, nonostante il caos in corso, si riuniranno il 9 settembre per discutere di un prezzo massimo da applicare al gas russo, dello stop al trading di derivati sulla materia prima e della proposta di dividere i prezzi dell'energia elettrica da quelli del gas (a cui adesso viene assegnato lo stesso valore). 

Non solo, oggi il cambio  euro/dollaro ha raggiunto i minimi degli ultimi 20 anni aggiungendo ulteriore pressione alla Banca Centrale Europea. Al momento, l'euro vale poco più di 0,99 dollari, quando tra pochi giorni il board della BCE si riunirà per decidere con quale ritmo aumentare il costo del denaro nell'Eurozona.

Le principali piazze europee sono in ribasso per le prospettive di recessione causate dalla crisi energetica e dall'inflazione.