Oggi è stata la volta di Salvini a fare dichiarazioni sulle alleanze per il nuovo governo. A Salvini ha poi risposto il Partito Democratico ed, infine, è arrivata la chiusura di Di Maio. Andiamo per ordine.

Matteo Salvini, in conferenza stampa per la presentazione dei nuovi parlamentari, ha dichiarato: «Spero che il Pd sia a disposizione per dare una via d’uscita al Paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie. O c’è un governo che può governare o la parola torna agli italiani.
Se tutti dicono che al centro c’è il lavoro, riteniamo che su questo tema il programma del centrodestra abbia proposte concrete e realizzabili.
Entro aprile, qualunque sia il governo, c'è una manovra economica da preparare. Leggo che Bruxelles vuole nuove tasse, noi presenteremo una manovra alternativa fondata sul contrario: meno tasse. E a Bruxelles saranno contenti perché tutti sono contenti se l’Italia cresce.
Leggo tante fantasie sui giornali, adesso ci prepariamo come Lega, la coalizione è quella conservatrice e poi ascolteremo tutti. Sicuramente non si fanno pastrocchi.
Io dialogo con tutti, mi hanno chiesto di dialogare con tutti e dialogo con tutti: poi c’è un programma scelto dagli italiani, quindi più che dialogare con Salvini bisognerà scegliere l'idea d'Italia.»

Qualunque siano le intenzioni di Salvini in merito ad un'alleanza con il Pd, ecco la risposta del Partito Democratico in un articolo di Stefano Ceccanti su Democratica, in cui vengono prese a prestito citazioni da Aldo Moro e Dietrich Bonhoeffer (riferita a Hitler) - tanto per ricordarci che i riferimenti culturali della sinistra per il Pd attuale sono la DC ed un teologo protestante - in cui ci viene fatto sapere come vengan valutati e giudicati «i due sedicenti vincitori [che] si rivolgono al centrosinistra con cui le distanze di entrambi sono ancora maggiori che non tra di loro (specie sulla politica europea e internazionale) e pretendono che esso si arrenda unilateralmente senza condizioni.
Un noto commentatore, andando al di là di ogni logica, ha sostenuto che siccome di una coalizione c’è bisogno e che solo il centrosinistra la potrebbe garantire, tirarsene fuori sarebbe addirittura una forma di eversione.
Come ricordava Dietrich Bonhoeffer se si è convinti che un autista pazzo, impugnato il volante, possa fare danni irreversibili, il nostro obiettivo deve essere quello di impedirgli di guidare perché una qualsiasi forma di collaborazione non potrebbe essere in alcun modo configurabile come un male minore. |...|
Per questo il primo esercizio rigoroso della responsabilità, principio che sta a cuore a tutti i Democratici, dagli elettori fino ai dirigenti, non può che cominciare dal dichiarare senza ambiguità che non c’è nessun vincitore intorno al quale si sia obbligati a costituire un Governo se gli indirizzi perseguiti sono non già diversi, ma obiettivamente inconciliabili.»

Ma anche Di Maio, infine, ha risposto indirettamente alle parole di Salvini con le parole, riprese dall'Ansa, pronunciate alla riunione che si è tenuta quest'oggi dei neoletti del Movimento al Parco dei Principi, hotel divenuto ultimamente la sede istituzionale dei 5 Stelle: «State tranquilli, andremo al governo, ma se ci sarà un governo Pd-FI-Lega, prenderemo i popcorn e vedremo aumentare ancora di più il nostro consenso.»

Per chiudere, può essere interessante ricordare che all'inizio del 2014 il Partito Democartico di Matteo Renzi aveva tutt'altra idea del concetto di responsabilità, come dimostrano le seguenti dichiarazioni social di quei giorni raccolte all'epoca in un articolo di Repubblica, in cui alcuni militanti scimmiottavano gli slogan dell'allora "líder máximo"...

"Ma come? Dicono a Matteo di non parlare con Berlusconi sulla legge elettorale e poi ci hanno fatto insieme due governi?".

"Mi sbaglio o il Pd guidato da Bersani è stato in maggioranza con Berlusconi dal novembre 2011 al novembre 2013?".

"La sinistra del Pd chiede a Renzi di non incontrare l'ex premier. Poi si chiedono perché hanno perso tutte le elezioni".

Tempora mutantur, nos et mutamur in illis.