Questa è la nuova contabilità, che è comunque sempre in divenire, che riassume la macelleria in corso in Medio Oriente.  Sul versante israeliano il numero delle vittime dell'attacco di Hamas è salito a 1.400, così come il numero degli ostaggi in mano ad Hamas che, in base a quanto riferito dall'IDF, è adesso di 199.

Il ministero della Sanità di Gaza, invece, ci fornisce i dati aggiornati sulle vittime palestinesi dei bombardamenti israeliani che adesso hanno quasi raggiunto le 2.800, mentre è di 9.700 il numero dei feriti. Tra le vittime, un terzo sono bambini, vi sono anche 11 giornalisti palestinesi che raccontavano da Gaza la vendetta israeliana.

Una vendetta i cui numeri sembrano essere ancor più drammatici di quelli ufficiali, perché non conteggiano i mille dispersi sepolti tra le macerie dei palazzi bombardati nel nord della Striscia.

Questo può essere tragico? Non basta. Gli ospedali di Gaza continuano a ricevere nuovi feriti, uno al minuto, ed il carburante con cui stanno alimentando i generatori che permettono di prestare le cure ai malati e alle vittime dei bombardamenti è quasi terminato.

È una delle conseguenze del blocco di rifornimenti imposto da Israele alla Striscia, che impedisce anche le forniture di cibo, acqua,  elettricità e comunicazioni. L'acqua è stata riaperta parzialmente nel sud della Striscia, ma la sua fornitura è relativa. Infatti, non avendo fornito la corrente, le persone non possono riempire le cisterne perché le pompe non funzionano e sono pertanto costrette, con taniche di fortuna, a recarsi nei luoghi pubblici dove l'acqua è disponibile da qualche rubinetto. 

Non solo. Nella sua magnanimità, Israele ha concesso delle vie di fuga dal nord di Gaza, considerando il territorio a sud del fiumiciattolo Wadi Gaza come zona sicura. A quanto pare, però, neppure il centro-sud della striscia è adesso zona sicura, visto che è stata bombardata anche Khan Younis, dove è stato colpito anche un magazzino dell'Unwra (Nazioni Unite).

E a proposito di Nazioni Unite, l'Onu ha definito quanto sta accadendo a Gaza una catastrofe umanitaria senza precedenti. In sostanza, quasi un gioco di parole che invece si riassume, senza tema di smentita, in genocidio

Gli israeliani stanno compiendo a Gaza un genocidio nei confronti dei palestinesi con il supporto dei Paesi dell'occidente democratico che applaudono al massacro in atto da Israele, a cui confermano il supporto, impedendo persino che nei loro Paesi si denunci quanto sta accadendo.

Il paradosso, in queste ore, è che a denunciare la vendetta di Israele, il genocidio di Israele, sono i leader di Paesi che nulla hanno a che fare con la democrazia e che, nel migliore dei casi, vengono definiti democrature: Russia, Cina, Turchia, Egitto...

Il confuso presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, mentre conferma il suo sostegno a Israele, adesso si fa venire dei dubbi su quanto Israele sta facendo, anche in relazione al dopo. Infatti, una volta "ripulita" la Striscia da Hamas chi sarebbe a governarla, si chiede Biden? Dovrebbe essere Abu Mazen che in queste ore non si accorge e non denuncia le retate e le uccisioni di palestinesi in Cisgiordania? Ma per favore... Biden se lo chiede, facendosi pure venire qualche perplessità sul genocidio in atto. Ma gli israeliani, quasi certamente, sanno quello che vogliono: più che "ripulire" la Striscia da Hamas, vogliono "ripulirla" dai palestinesi, costringendo quelli di Gaza ad installarsi in Egitto, aumentando così il numero di profughi già esistenti in Libano e in Giordania. Anche per questo il Cairo non vuole che i profughi della Striscia attraversino il valico di Rafah, dove attendono, per ora senza esito, di passare palestinesi con doppio passaporto. Ma costoro non sembrano avere molte speranze, in base a quanto dichiarato da fonti ufficiali vicine a Netanyahu: "Attualmente non c'è tregua e aiuti umanitari a Gaza in cambio dell'evacuazione (espulsione il termine usato, ndr) di stranieri".

L'Europa assiste inerte a tutto questo, al guinzaglio degli Stati Uniti, cercando addirittura di mettere il bavaglio alla propria opinione pubblica, con la minaccia di attentati di cui creano le condizioni supportando il genocidio messo in atto da Israele. In Francia la minaccia si è fatta realtà, trovando così nuova linfa il radicalismo degli abitanti delle periferie urbane. E a conferma di quanto i leader occidentali siano sprovveduti - l'attributo corretto non è certo questo - ecco che il tedesco Scholz martedì andrà in Israele a sdoganare il massacro organizzato da Netanyahu. Biden sta riflettendo sul fare altrettanto e non ci sarebbe da stupirsi, tutt'altro, se nelle prossime ore pure la premier della Garbatella si materializzasse a Tel Aviv o a Gerusalemme ovest.

Oltre al massacro dei palestinesi, gli israeliani hanno anche pianificato la guerra in Libano, confidando nel coinvolgimento dell'Iran nel conflitto in atto. È di queste ore l'evacuazione dei civili israeliani al confine con il Libano entro un raggio di 2 Km.

Nelle prossime ore, Israele entrerà a Gaza. Resta da capire se lo farà dopo che i primi palestinesi abbiano iniziato a morire di fame e di sete, in tal modo potrà risparmiare le munizioni, fornite nelle ultime ore anche dagli americani, per ucciderli direttamente. Da notare che questa non è una provocazione, ma una logica e diretta conseguenza di quanto sta accadendo.


Crediti immagine: bombardamento su Khan Younis.