Ho partecipato alla stesura, in forma di consulenza gratuita, del ricorso presentato dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite a L’Aja. In conformità a tale atto, la guerra in corso nella Striscia di Gaza costituirebbe atto di genocidio contro il popolo palestinese.
Si tratta, ovviamente, di un processo particolarmente complesso, ma posso assicurare che si è studiata attentamente la modalità e fondato il ricorso su dati oggettivi e normativi consolidati nella prassi e nella giurisprudenza.
A prescindere da come si pronuncerà la Corte, ritengo che a Gaza sia in atto un genocidio. Dopo l'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre 2024 la risposta assolutamente sproporzionata è quella che noi tutti vediamo ogni giorno: oltre 50.000 morti di cui quasi la metà sono bambini!
C’è genocidio perché c’è l’intenzione mirata da parte di chi commette quelle azioni tese a distruggere i palestinesi in quanto tali. Non siamo di fronte ad atti di guerra, ma a una precisa volontà di far scomparire dall'umanità uno specifico gruppo etnico, religioso e nazionale ritenendo che questi esseri umani non possano e non debbano avere il diritto di vivere.
La denuncia del Sudafrica, che ripeto conosco benissimo, ha sicuramente un ruolo importantissimo perché porta il governo di Israele finalmente di fronte alla giustizia penale internazionale. L'accusa di genocidio è quella più grave, quindi è quella che in qualche modo smuove più rapidamente la possibilità di un giudizio, sia pure di tipo iniziale e non facilmente eseguibile.
Non dobbiamo tuttavia dimenticarci che Israele commette ogni giorno anche efferati crimini di guerra come ad esempio il bombardamento e la distruzione di ospedali, di scuole, di edifici religiosi, di culto e culturali, così come il coinvolgimento di moltissimi civili nelle uccisioni.
Israele commette anche crimini contro l'umanità perché colpisce le popolazioni civili in quanto tali e non perché vittime secondarie di azioni militari. Ci sono anche le violenze e gli stupri di massa di cui nessuno parla che sono crimini di guerra e crimini contro l'umanità e sono valutabili anch’essi come strumenti di genocidio (cfr. Ruanda).
Non possiamo dimenticare neanche le gravissime discriminazioni subite dai palestinesi. Quelli che vivono nei territori occupati oggi non hanno più nessun margine di autorganizzazione. I palestinesi non possono più entrare negli ospedali israeliani. L’impossibilità di accesso a servizi salvavita sono forme di discriminazione e di oppressione studiate a tavolino.
A me Gaza sembra ogni giorno che passa sempre più simile ai ghetti visti nella storia più recente. Tutto questo credo sia anche colpa del nuovo ordine mondiale multipolare che purtroppo non ha ancora trovato i suoi equilibri politici, economici e giuridici.
(Vincenzo Musacchio - giurista)