Il cosiddetto cruscotto del Viminale, ci informa che a giugno 2023 è ripreso a crescere (rispetto agli ultimi 2 anni) il numero degli arrivi in Italia dei migranti irregolari, tanto da aver superato già adesso il numero di quelli dello scorso anno, nonostante il dato si fermi al giorno 23.
Le politiche di respingimento non servono e/o non si possono mettere in atto, visto che la premier Meloni, nonostante i numeri, non ha dato seguito a quanto promesso in campagna elettorale.
In compenso, l'attuale governo cerca di limitare, ulteriormente, le politiche di accoglienza, favorendo la creazione di centri di detenzione e parlando di rimpatri che, come al solito, non potranno che essere marginali. La conseguenza di tutto ciò? Situazioni di degrado con gente che tenterà di spostarsi in altre nazioni oppure che lavorerà in nero come stagionale nella raccolta di frutta e ortaggi.
Quindi, iniziative come quella di cui ci informa oggi l'UNHCR, sono da far conoscere e promuovere.
L'Agenzia ONU per i Rifugiati, oggi, ha premiato con il logo Welcome 167 aziende per aver inserito professionalmente quasi 9.300 rifugiati nel 2022. Si chiude con un bilancio sempre più positivo e incoraggiante - è riportato in un comunicato - la quinta edizione di “Welcome. Working for Refugee Integration”, il programma di UNHCR attraverso il quale, dal 2017 a oggi, sono stati attivati 22 mila percorsi professionali per rifugiati in oltre 520 aziende attive in Italia. Nato 7 anni fa come un premio da assegnare alle imprese che assumono rifugiati, Welcome rappresenta oggi un modello vincente che mette insieme una pluralità di attori – dalle imprese, alle associazioni della società civile, dalle associazioni di categoria agli Enti Pubblici. Il modello si basa sull’incontro tra le esigenze di recruiting delle imprese e le capacità di individuazione dei profili, di orientamento e di accompagnamento al lavoro delle organizzazioni della società civile. I numeri di Welcome raccontano la sua crescita costante e il suo impatto positivo. Dallo scorso anno a oggi, sale infatti da 107 a 167 il totale delle imprese premiate e si allarga la loro presenza sul territorio italiano (17 regioni nel 2022 vs 13 nel 2021), mentre aumenta il numero delle grandi aziende coinvolte (58 vs 35 nella scorsa edizione). Passando agli occupati, oltre a una crescita in valore assoluto (9.300 vs 6.900), va rilevato un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che salgono dal 10% al 18%. Per quanto riguarda la tipologia di inquadramento professionale, il 93% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3% al 5% i contratti a tempo indeterminato. Dal punto di vista anagrafico, il 76% delle persone ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nigeria e Pakistan si confermano i Paesi di provenienza prevalenti, mentre sono circa 400 i rifugiati ucraini inseriti. Tra i settori delle aziende premiate, al primo posto troviamo “alloggio e ristorazione” con il 23% (vs 16% del 2021), davanti a “attività manifatturiere” al 22%, mentre sale al 7% quello delle costruzioni. Tra i fattori che hanno determinato l’assunzione dei rifugiati, al primo posto per il 25% delle aziende c’è la scelta di un “maggiore impegno verso la comunità e verso i soggetti svantaggiati”. Il 10% delle aziende ha invece scelto di occupare i rifugiati per le loro competenze tecniche (4%) e trasversali (6%), mentre il 4% segnala “l’indisponibilità di giovani italiani per le mansioni ricercate”. “Ci sono alcuni fatti concreti alla base del successo di Welcome – afferma Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino –. Innanzitutto, le imprese italiane hanno costante bisogno di forza lavoro e tantissimi fra i rifugiati che arrivano nel nostro Paese hanno le competenze che il mercato richiede. Al contempo, in piena sintonia con lo spirito del Global Compact, il mondo delle aziende è sempre più pronto a svolgere un ruolo attivo nel promuovere i percorsi di integrazione ed è ormai pienamente consapevole che i rifugiati portano con sé talenti e abilità che generano sviluppo economico a beneficio di tutta la comunità. La nostra economia e più in generale la società nel suo complesso hanno bisogno del loro contributo, anche nella prospettiva di una maggiore sostenibilità delle politiche sociali, dei sistemi sanitari e delle pensioni”. Tra i rifugiati presenti in Italia aumenta la percentuale di quanti hanno elevati livelli di istruzione e importanti esperienze professionali pregresse che ben rispondono alle esigenze delle aziende che affrontano oggi due grandi sfide: la big resignation e il mismatching del mercato del lavoro. Il 100% fra le aziende premiate ha dichiarato di voler inserire in futuro beneficiari di protezione internazionale. “Vincere il premio Welcome dell’UNHCR è una testimonianza dell’impegno costante di Assicurazioni Generali verso la diversità, l’equità e l’inclusione”, commenta Monica Possa, Group Chief HR & Organization Officer di Generali.“Dal 2017, attraverso The Human Safety Net, Generali sostiene l’inclusione dei rifugiati nel mercato del lavoro europeo sia attraverso la formazione che attraverso l’imprenditorialità. Siamo orgogliosi che il nostro gruppo giochi un ruolo attivo supportando la professionalità e favorendo le opportunità di lavoro di persone con status di rifugiato, sia in Italia che in altri Paesi europei. Questo riconoscimento rafforza il nostro impegno verso un ambiente di lavoro che rispecchi i principi della DEI e nel farsi promotori di cambiamento positivo nelle comunità in cui operiamo. In questa quinta edizione, l’UNHCR ha assegnato inoltre il logo We Welcome a 51 cooperative, onlus, fondazioni, associazioni di categoria, sindacati, servizi per il lavoro ed enti locali che, a vario titolo, si sono impegnati per favorire l’inclusione nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale”.