Il confuso "social liberista" di Rignano, Matteo Renzi, pretendendo che qualcuno possa ancora credere che abbia qualcosa a che vedere - anche vagamente - con la sinistra, ha commentato così il voto britannico del 12 dicembre:
«La sinistra radicale, quella estremista, quella dura e pura è la migliore alleata della destra. Continuate pure ad insultare Blair e tenervi Corbyn: alla fine così vince la destra più radicale. E alla fine la Brexit sarà colpa anche di questo Labour».
Probabilmente, visto come stanno le cose, in futuro non dovremo meravigliarci nel sentir Renzi dare opinioni anche sugli scacchi, elencando aperture, partite storiche e mosse decisive... pur non avendo, ovviamente, nessuna cognizione di ciò di cui sta parlando. In parte è spiegabile con il fatto che è nella sua natura, del resto sembrare quello che non è è il dato caratteristico che lo contraddistingue, in parte lo è per una questione contingente, e cioè far dimenticare le ultime imbarazzanti vicende che lo riguardano.
Nella diatriba che lo lega all'attacco fatto da alcuni sostenitori di Italia Viva a Corrado Formigli, Matteo Renzi ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto del suo partito nella pubblicazione dell'indirizzo di casa e delle foto degli interni dell'abitazione del giornalista di La7. Il problema, però, è che quelle immagini erano disponibili anche - se non soprattutto - su pagine di Italia Viva, gestite da attivisti di Italia Viva.
E nonostante la richiesta diretta di Formigli a Renzi di farle rimuovere, sulle pagine di Italia Viva quelle immagini sono rimaste per giorni. Evidentemente, Renzi o chi da lui delegato, dando per scontato che non sia a lui attribuibile la regia di tutto questo, non è in grado di gestire un partito già dopo poche settimane dalla sua fondazione... a voler pensar bene.
Ma di risposte Renzi deve darne anche ad altre domande che l'inchiesta sulla fondazione Open solleva, in base a quanto rivelato questo venerdì dal Corriere che ha pubblicato i contenuti di alcuni documenti sequestrati all'avvocato Bianchi (che gestiva la fondazione Open) relativi ai contenuti di email inviate ad altri membri della fondazione oltre che alla segreteria dell'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, che riguardano "presunti interventi legislativi in favore dei suoi finanziatori".
Così gli investigatori della Guardia di Finanza hanno commentato alcuni dei documenti sequestrati all'avvocato Bianchi: «Particolarmente significativo è l’appunto indirizzato da Bianchi a Lotti, datato 12 settembre 2016; in tale appunto Bianchi riferisce di aver avuto 750K "sulla base dell’accordo con Toto" e che riceverà 80K "sulla base dell’accordo con British American Tobacco"; quindi, informa di aver determinato, con l’aiuto del commercialista il netto di 830K (750 + 80) in euro 400.838, somma che dichiara di aver versato per intero alla "Fondazione Open" ed al "Comitato nazionale per il sì".
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La citata "British American Tobacco" risulta tra i finanziatori della Fondazione Open e tra i clienti sia dell’avvocato Alberto Bianchi, sia dell’associazione professionale. Bianchi ha tenuto costantemente informato Luca Lotti dell’evolversi della pratica, ma anche di altre pratiche afferenti al gruppo Toto».
E Matteo Renzi si preoccupa di accusare Corbyn di non essere uguale a Blair! Forse dovrebbe occuparsi di altri problemi.