E' ancora in attesa di responso,il candidato all'assessorato al Bilancio nella giunta capitolina, ma già abbandona la corsa: "Mi tiro indietro, sono da 20 giorni sulla graticola. Lascio per il clima che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la Giunta di Roma", così ha motivato la propria scelta Salvatore Tutino.
Una questione a dir poco spinosa, sulla quale il leader del M5S - Beppe Grillo - tenta di porre (o imporre?) il silenzio stampa. Come al solito twittando: "Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5s che non faranno né dichiarazioni né interviste su Roma nei prossimi giorni. Grazie di cuore a tutti".
UNA POLTRONA SCOMODISSIMA
Chi mai sarà il designato a ricoprire un incarico tanto scomodo? Il nome sarebbe dovuto emergere domani nella riunione di Giunta convocata per le 15, ma allo stato attuale dei fatti si preannuncia una sonora fumata nera, e non si vede l'orizzonte. Questo anche se la Raggi tende ad essere rassicurante, affermando che il fuggitivo Tutino era solo uno dei candidati che erano stati valutati, in diversi colloqui.
Fatto sta che l'assessorato al bilancio del comune di Roma, sembra che non lo voglia proprio nessuno; e in alto mare sono anche le nomination per gli altri incarichi, resi vacanti dalle varie defezioni, più o meno clamorose, più o meno annunciate.
Mancano infatti all'appello anche i nomi dell'assessore alle Partecipate, del Capo di Gabinetto, e dei vertici di Atac e Ama. Una bazzecola, si potrebbe dire.
Che l'assessore al bilancio sia non solo necessario, ma in questo momento cruciale, sta nella previsione dei conti in rosso con i quali la giunta Raggi prevede di chiudere il bilancio, tanto da cavalcare ancora una volta la richiesta di aiuto al governo e stanziamento di fondi, richiesta già presentata dell'allora assessore al bilancio Minenna durante il commissariamento.
La risposta di Palazzo Chigi non si fa attendere, ed è un secco no: "Il Comune di Roma è il Comune più aiutato dallo Stato italiano, grazie ai soldi per il debito, fatto dai romani e pagato dagli italiani. Se il sindaco Raggi non riesce ad averne contezza può agevolmente chiedere al suo assessore al bilancio. O a chi per lui", le risponde il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, "Siamo pronti al Patto per Roma - prosegue l'esponente dell'esecutivo - ma il sindaco Raggi non pensi di bluffare con noi: i soldi che sarebbero arrivati su Roma per le Olimpiadi andranno a Parigi o a Los Angeles. Aver rinunciato alle Olimpiadi toglierà perciò risorse alle periferie romane".
E, dulcis in fundo, De Vincenti invita la Raggi a Palazzo Chigi, insieme all'assessore al bilancio (fantasma) per una breve lezione su come si redige un bilancio della pubblica amministrazione e su come la stessa si amministra...
Per la gioia di tutti i romani, piove sul bagnato.