Lo scorso 18 dicembre, il Vaticano ha pubblicato un documento titolato "Fiducia supplicans: sul significato pastorale delle benedizioni", in cui il Papa ha dichiarato che è possibile per i sacerdoti cattolici benedire le unioni omosessuali e le coppie divorziate poi sposatesi nuovamente, a condizione che le benedizioni non trasmettano messaggi confusi sulla dottrina della Chiesa, sul matrimonio sacramentale e non si svolgano all'interno di una celebrazione liturgica.

Il documento si basa sulle risposte del Papa Francesco alle domande di cinque cardinalli conservatori cattolici che avevano chiesto al Pontefice se fosse possibile offrire tali benedizioni. Il Papa ha insistito che il matrimonio è un'unità "esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta alla concezione dei figli", per cui la Chiesa "evita tutti i tipi di riti o sacramentali che potrebbero contraddire questa convinzione e implicare che la Chiesa riconosca come matrimonio qualcosa che non lo è".

Tuttavia, il documento esplora anche il "significato pastorale delle benedizioni" in modo da aprire la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie omosessuali senza validare ufficialmente il loro stato o cambiare in alcun modo il perenne insegnamento della Chiesa sul matrimonio.

Non è passata neanche una settimana dalla pubblicazione del documento che il Dicastero per la Dottrina della fede ha sentito la necessità di specificare che la benedizione non apre in alcun modo al matrimonio diverso da quello celebrato tra un uomo e una donna.

Dalla "vecchia Europa" sono arrivate risposte favorevoli e di maggior approvazione: dalla Francia al Belgio, dalla Svizzera alla Germania, le diocesi e i vescovi europei l'hanno accolta con sollievo e positività. Per non parlare di alcune realtà, come il Sudafrica o il Canada e parte della Chiesa statunitense, da dove arrivano – e non da oggi – forti richieste per "osare di più" in termini di morale e dottrina.

Il caso della Germania, in particolare, è quello più interessante: nel marzo 2021, neanche tre anni fa, in una precedente pronuncia del Dicastero per la Dottrina della Fede, la Santa Sede aveva vietato la benedizione delle coppie omosessuali. All'epoca, all'ex Sant'Uffizio (che è stato retto da Joseph Ratzinger per 24 anni, dal 1981 al 2005) sedeva il cardinale gesuita Francisco Ladaria Ferrer, nominato da Papa Francesco e comunque in linea con la sua visione. Reagendo a quella pronuncia, in Germania e in altri Paesi dell'Europa del nord c'era stata una vera e propria sollevazione. Ci si aspettava, già all'epoca, che dal Vaticano arrivassero segnali nuovi e di maggiore "apertura" verso un tema così controverso.

Segnali che, appunto, sono giunti con la Fiducia supplicans, la quale reca la firma dell'attuale prefetto del Dicastero, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, detto Tucho. Fedelissimo di Bergoglio, conosciuto anche come "il teologo del Papa" per la sua totale aderenza al Pontificato di Francesco, il 61enne ex vescovo de La Plata è stato autore negli ultimi anni di molte pubblicazioni, stretto alleato del Pontefice anche nelle difficili discussioni dei recenti Sinodi, da quello sulla famiglia a quello sull'Amazzonia.