L'11 gennaio Silvio Berlusconi dichiarava: 
"Non sono così convinto che questo governo cada, ma se cadrà la cosa più probabile mi sembra un altro esecutivo nell’ambito della stessa maggioranza. Ovviamente non ne sono contento".

Dopo le dimissioni dei ministri di Italia Viva, questa la posizione di Giorgia Meloni:
"L'Italia non può rimanere più in balia dei giochini e dei litigi di questo Esecutivo. Conte abbia la dignità di dimettersi. Per Fratelli d'Italia la via maestra è una: ELEZIONI SUBITO".

E naturalmente, non poteva mancare la dichiarazione di Matteo Salvini che si fa portavoce di una nota congiunta del centrodestra:
"Bisogna fare presto. L’Italia non può aspettare le liti, i giochini e le reciproche accuse dei partiti di governo, di Conte e Renzi, dei Cinquestelle e del Pd. Il Centrodestra è la prima forza politica del Paese e, dopo un vertice che ha confermato la grande compattezza della coalizione, chiede che il Presidente del Consiglio prenda atto della crisi e si dimetta immediatamente o, diversamente, si presenti domani in Parlamento per chiedere un voto di fiducia. Se non ci sarà la fiducia, la via maestra per riportare al governo del Paese una maggioranza coesa ed omogenea, con un programma condiviso e all’altezza dei problemi drammatici che stiamo affrontando, resta quella delle elezioni. Ci affidiamo alla saggezza del Presidente della Repubblica per una soluzione rapida: i partiti del centrodestra ribadiscono con chiarezza la loro indisponibilità a sostenere governi di sinistra".


Al di là o meno della sua compattezza (almeno di vedute), le opposizioni interpretano correttamente il loro ruolo. Se un partito che supporta un esecutivo ne ritira i ministri, è giusto pretendere che si chiarisca in Parlamento se esista una maggioranza, magari alternativa, che supporti l'esecutivo.

Quindi, che le opposizioni chiedano una verifica parlamentare e/o nuove elezioni è assolutamente lecito.

Però, quando si parla di centrodestra, si finisce inevitabilmente per rimanere perplessi per il modo di intendere la "cosa pubblica" e di conseguenza di ciò che potrebbero decidere una volta alla guida del Paese.

Di recente, ad esempio, il leader di quella coalizione, Matteo Salvini, ha dato il proprio supporto ad una manifestazione intitolata "ioapro", che promuove la disobbedienza di bar e ristoranti, la cui attività è limitata (e molto) dalle  zone decise dal Governo per evitare la diffusione del contagio da coronavirus:

"Nei giorni di tante e troppe censure", ha dichiarato Salvini, "voglio usare la mia Pagina per dare voce all'iniziativa di Umberto Carriera, un imprenditore di Pesaro, che ha già raccolto decine di migliaia di adesioni in tutta Italia con #ioapro.Con norme di sicurezza anti-Covid ancora più stringenti, il 15 gennaio terranno aperti bar e ristoranti, anche per cena.Alle 18 potrete seguirmi in diretta su Instagram e qui su Facebook per una diretta doppia con gli organizzatori, che ci spiegheranno scopo e modalità della manifestazione: viva la libertà di parola".

Supportare la protesta di un settore che è oggettivamente danneggiato dalla pandemia è assolutamente lecito e persino dovuto da parte di una forza politica, soprattutto se ritiene che per contenere il contagio il Governo avesse dovuto agire diversamente. 

Ma da qui a promuovere una iniziativa che è contro la legge fa sorgere più di una perplessità su come Salvini e il suo centrodestra intendano svolgere il loro ruolo all'interno delle istituzioni. 

E per questo dovremmo essere grati a Renzi?