Francesco Polacchi, titolare della casa editrice Altaforte diceva queste parole in una nota pubblicata all'inizio della settimana: "Altaforte sarà al Salone del Libro di Torino come da programma per fare cultura e per dare ai suoi libri la vetrina che meritano. Libri, voglio ricordare, prodotti senza alcun aiuto pubblico e grazie all'impegno di autori indipendenti, che hanno creduto a un progetto che, come dimostrano i fatti di questi giorni, non è certo facile da portare avanti.

Questa levata di scudi, certamente insensata se davvero dipendesse da un'intervista a un ministro o da 8mq di stand - conclude l'editore - nasconde tutto il fastidio per una produzione editoriale che affronta senza timore di smentita gli argomenti più scottanti dell'attualità italiana da punti di vista non omologati, rompendo le uova nel paniere - come si suol dire - in tema di immigrazione e ong, Euro e Europa, Franco CFA e neoliberismo, #metoo e neofemminismo, senso della Patria e sovranismo.

Rivendichiamo il diritto di proseguire nel nostro lavoro con la serietà e la dedizione che contraddistinguono ogni buon editore".

Perché è tanto contestata la partecipazione di AltaForte al Salone del Libro? Perché la sua matrice è apertamente di estrema destra, perché promuove ideologie estremiste, sostenendo posizioni borderline di appoggio al fascismo.

Francesco Polacchi, il proprietario della casa editrice legata a CasaPound, proviene dal quel movimento ed in passato ha partecipato ad aggressioni che hanno provocato il ferimento (serio) di due persone, e per una di quelle aggressioni è stato anche condannato ad 1 anno e 4 mesi.


La partecipazione al Salone del Libro di Torino di Altaforte, che tra l'altro ha pubblicato di recente un libro intervista a Matteo Salvini (suscitando non poche polemiche proprio perché la casa editrice è legata ad un movimento neofascista), ha creato una levata di scudi da parte di molti autori che hanno annunciato che non avrebbero partecipato all'evento a causa di quella presenza.

"La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto alla associazione Torino, la città del libro, al Circolo dei Lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del Libro che organizzano la manifestazione, di rescindere il contratto con la casa editrice Altaforte", ha comunicato su Facebook il presidente della regione Chiamparino, che poi ha aggiunto:

"Questo alla luce della situazione che si è venuta a creare, che rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte.

E' necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone".



Il Salone del Libro di Torino, che inizia questo giovedì 9 maggio ha comunicato di da seguito alla richiesta ricevuta annunciando che alla casa editrice vicino CasaPound non sarà concesso di presentare i propri libri all'interno della fiera.


Questa la replica di Francesco Polacchi, che minaccia anche azioni legali: "La voce del pensiero unico vuole mettere a tacere i libri di Altaforte Edizioni. Abbiamo raccontato la Nazione fatidica, una Repubblica morente, l'Afghanistan dei soldati italiani, il business dell'immigrazione, le streghe del neofemmismo e tratteggiato l'uomo più discusso d'Europa, Matteo Salvini.

Il diniego ad esporre i nostri volumi al Salone Internazionale del Libro di Torino non ci fermerà, ma alimenterà il nostro fuoco per le idee e la cultura. Non si può piegare un libro."


Ed effettivamente, tutta questa polemica è obbiettivamente servita a promuovere, gratuitamente, l'attività di Altaforte che scrive: "Nonostante polemiche e tentativi di boicottaggio, i nostri libri sono tra i più venduti e letti del momento. Segno tangibile che siamo sulla strada giusta! Vogliamo ringraziare tutti coloro che in questi giorni ci hanno mostrato sostegno e vicinanza: la nostra battaglia non si ferma!"


In ogni caso, non va neppure dimenticato che continuare a far finta di nulla, si è arrivati a sdoganare razzismo ed estremismo di destra, con il contributo dei "sorridenti" 5 Stelle che adesso negano qualsiasi responsabilità in merito trincerandosi dietro le inderogabili necessità del contratto.

Quindi, per non favorire ulteriormente quanto sta accadendo, non è possibile continuare a far finta di nulla. Promuovere il fascismo, seppure mascherato sotto altre etichette e altri slogan, non corrisponde a promuovere la libertà di pensiero. Finché la Costituzione dice che il fascismo è da combattere e chi lo promuove deve essere perseguito... che finalmente la si metta in pratica e si finisca con questa storia del rispetto delle idee altrui che con la democrazia e la nostra Costituzione non hanno nulla a che vedere.