"Ogni giorno e ogni notte assistiamo a nuove segnalazioni di esplosioni nel territorio temporaneamente occupato dai russi. Chiedo ora a tutta la nostra popolazione in Crimea e a quella in altre regioni del sud del paese, nelle aree occupate del Donbass, nella regione di Kharkiv, di prestare molta attenzione. Si prega di non avvicinarsi agli obiettivi militari dell'esercito russo e a tutti quei luoghi in cui vengono immagazzinate munizioni e attrezzature militari, e dove risiedono i loro comandi.Le ragioni delle esplosioni nei territori occupati possono essere diverse, molto diverse, in particolare cito la definizione degli stessi occupanti, "pasticci".Ma hanno tutti lo stesso significato: la distruzione della logistica degli occupanti, delle loro munizioni, dell'equipaggiamento militare e di altro materiale, dei posti di comando... salvare la vita del nostro popolo. Meno opportunità avranno gli occupanti di fare del male e uccidere gli ucraini, prima saremo in grado di porre fine a questa guerra, liberando la nostra terra. E la fila in questi giorni per lasciare la Crimea per la Russia dall'altra parte del ponte sul Mar Nero dimostra che la maggioranza assoluta dei cittadini dello stato terrorista già comprende o almeno inizia a farlo che la Crimea non è il loro posto.E voglio ringraziare tutti gli ucraini che aiutano le nostre forze armate, la nostra intelligence, i nostri servizi speciali a indebolire l'esercito degli occupanti. Questo è un vantaggio significativo dell'Ucraina e la causa principale della nostra futura vittoria: la lotta dei nostri difensori si basa sul sostegno incondizionato del popolo ucraino. Questa è una guerra di liberazione popolare, questa è una lotta tutta ucraina per la libertà e l'indipendenza del nostro paese".

Queste le parole di Zelensky nel discorso serale del 16 agosto. Ed ancor più chiare le parole riportate dal Guardian da parte del consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, che ha lasciato intendere che l'Ucraina considera il ponte di Crimea che collega la penisola occupata con la terraferma russa come un legittimo obiettivo militare.

E mentre i russi devono iniziare a preoccuparsi nel riuscire a mantenere le posizioni conquistate nell'Ucraina meridionale, nel nord vengono respinti nei pressi di Bilohirka, concentrando però i loro sforzi anche vicino a Bakhmut e Novopavlivka, nell'oblast di Donetsk, oltre che a Kramatorsk e Avdiivka.

E secondo il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov, in una intervista a Voice of America, le truppe russe hanno perso finora  almeno un terzo del loro potenziale offensivo, compreso il 30% delle loro truppe d'élite. E dato che le risorse si stanno esaurendo da entrambe le parti, l'intensità dei combattimenti potrebbe iniziare a diminuire. 

Nella stessa intervista, Reznikov ha smentito che la Russia abbia distrutto gli Himars americani finora giunti in Ucraina. Attualmente i 16 Himars giunti nel Paese sono tutti all'opera.

Questi i nuovi numeri delle perdite subite dai russi in Ucraina dallo scorso 24 febbraio: 44.100 soldati, 1.886 carri armati, 4.162 veicoli corazzati da combattimento, 993 sistemi di artiglieria, 263 sistemi di lancio multiplo di razzi, 136 sistemi di difesa aerea, 196 elicotteri, 233 aeroplani, 792 droni e 15 imbarcazioni. 

Nel frattempo, altre quattro navi mercantili sono partite dai porti del Mar Nero di Odessa e  Chornomorsk. Il 17 agosto il media statale turco Anadolu Agency ha riferito che le navi che trasportavano prodotti agricoli, inclusi olio di girasole e mais, avevano lasciato i porti in base all'accordo mediato dalle Nazioni Unite per riprendere le esportazioni di grano attraverso la rotta commerciale pattuita.

Giovedì 18 agosto, il segretario Generale delle Nazioni Unite e il presidente turco Erdogan incontreranno Zelensky a Leopoli, prima di dirigersi a Odessa, il giorno seguente. Argomento dei colloqui, la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia che, secondo quanto sostengono gli ucraini, viene utilizzata da Mosca come base militare per lanciare i propri attacchi all'interno del Paese.