Riportate di seguito, le proposte avanzate via social al Governo dai due Mattei, Renzi e Salvini, per combattere la seconda ondata della pandemia il cui contagio sta iniziando a dilagare in Italia, come dimostra il dato del 26 ottobre che indica che adesso il 13,6% delle persone che si sottopongono al tampone risulta positivo.


Questo è ciò che ha dichiarato lunedì Matteo Renzi, Italia Viva:

A. Servono le 4T: tamponi rapidi, terapie intensive, trasporti e tracciamento. E queste cose dipendono dalle istituzioni, non dai cittadini. B. Va bene rinunciare a molte libertà per il virus. Ma chiudere i luoghi di cultura e di sport è, invece, un errore: è più facile contagiarsi sulla metropolitana che a teatro. E la chiusura dei ristoranti alle 18 è tecnicamente inspiegabile, sembra un provvedimento preso senza alcuna base scientifica. A cena il Covid fa più male che a pranzo? E per chi si era attrezzato valgono le stesse regole? Ci rendiamo conto del danno economico devastante?C. Rischiamo di far schizzare la curva del debito solo per le emergenze e senza una visione strategica. In questo senso, appare sempre più assurdo il No ideologico al Mes. La verità, cari amici, è che col virus dobbiamo convivere non solo tre settimane. Dobbiamo arrivare al vaccino, dobbiamo distribuire bene il vaccino, dobbiamo organizzare una logistica per il vaccino che sia esattamente l’opposto della gestione logistica del tampone. Ci aspettano ancora settimane difficili, bisogna convivere con il Coronavirus. 

E, per questo, serve un piano, una visione, una strategia. Non rincorrere gli eventi, ma prevederli come stiamo dicendo - spesso inascoltati - da mesi.Diremo queste cose in Parlamento, al Premier Conte - che sosteniamo - sperando che ci ascolti e che cambi il DPCM, nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva. Mi ha colpito che proprio il Ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove - anzi - si impara a vivere meglio. Affrontare la pandemia è un dovere di tutti. Ma bisogna farlo senza cedere alla paura.


Questo, invece,  è cio che ha dichiarato lunedì Matteo Salvini, Lega:

Test e tamponi più accessibili, cure domiciliari, promozione delle terapie anti-Covid, tracciamento e sorveglianza sul virus investendo sui medici di base, proroga dei pensionamenti dei dottori che scelgono di restare in servizio. Sono le proposte che la Lega avanza al governo per scongiurare il sovraffollamento degli ospedali, garantire la massima assistenza a tutti i pazienti affetti anche da patologie diverse dal Covid-19 (screening oncologici in primis) e dare corretta informazione ai cittadini.La Lega e i suoi amministratori propongono anche un Cts (Comitato Tecnico Scientifico) alternativo a quello del governo Conte.

1) RAFFORZAMENTO DEI TEST, ANCHE IN FARMACIA E DAL MEDICO DI BASE 
I test, sierologici o rapidi antigenici, devono essere effettuati anche nelle farmacie, negli ambulatori dei medici di medicina generale e pediatri o in altre sedi facilmente accessibili.
2) TRASPARENZA VERSO I CITTADINI CON MAPPA E INDICATORI OGGETTIVI
Mai più decisioni “al buio” o estemporanee: il governo deve divulgare una scaletta di interventi progressiva legata alle diverse fasi del contagio, caratterizzata da indicatori e parametri oggettivi e controllabili, e gli eventuali provvedimenti sanitari ed economico-sociali che dovrebbero scattare al raggiungimento di quei valori.
3) MEDICI AD HOC PER RICOSTRUIRE LA CATENA DEI CONTAGI
La App immuni non ha funzionato. Dove è ancora possibile, è necessario il coinvolgimento dei medici del sistema di cure primarie - ovvero i MMG (medici di medicina generale), i PLS (pediatri di libera scelta) e la Continuità Assistenziale (guardia medica), i Medici abilitati anche se non specializzati e gli specializzandi - nella ricostruzione della catena dei contatti dei contagiati.
4) PIÙ TRATTAMENTI DOMICILIARI
Le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) e le competenze della medicina generale vanno coinvolte nel tracciamento e nella sorveglianza (con l’eventuale possibilità di monitoraggio telefonico dei positivi e degli altri casi “sospetti”). Le Usca devono inoltre poter effettuare diagnostica strumentale (elettrocardiogramma ed ecografie polmonari) e trattamenti a domicilio. Potranno operare anche attraverso la telemedicina che consente il monitoraggio a distanza limitando le visite in presenza solo in caso di necessità. È un punto fondamentale, quest’ultimo, per evitare l’intasamento delle corsie e scongiurare l’”emergenza ospedaliera” che danneggerebbe anche i pazienti colpiti da altre patologie. 
5) BONUS AI MEDICI CHE SCELGONO DI RINVIARE LA PENSIONE
Potranno essere prorogati i pensionamenti del personale sanitario, solo su base volontaria, per almeno sei mesi con defiscalizzazione del salario per garantire un ristoro economico.
6) VIA LIBERA ALLE TERAPIE
Devono essere sviluppate le terapie farmacologiche, tra cui l’idrossiclorochina, e l’utilizzo del plasma iperimmune. L’Aifa deve dare il via libera ai vari protocolli di Cura Domiciliare. È la strada maestra per evitare il sovraffollamento degli ospedali.


Entrambi i due Mattei, adesso, cercano di cavalcare la protesta per intestarsi il consenso delle categorie danneggiate dalle nuove chiusure.

Entrambi, però, sono vittime di un paradosso. 

Quello di Renzi è relativo al fatto che il suo partito faccia parte della maggioranza di Governo. I suoi rappresentanti e i suoi ministri sono stati sentiti da Conte prima di varare il nuovo dpcm. Una volta approvato, Italia Viva, nel caso fosse stata contraria, avrebbe potuto uscire dalla maggioranza, rilasciare un comunicato in cui ne disconosceva i contenuti... oppure restare in silenzio. Ma in base alla sua personale convenienza, Renzi ha scelto un'altra strada, quella schizofrenica, approvando prima ciò che dopo ha detto che era sbagliato. 


L'altro Matteo, dopo aver detto e fatto di tutto e di più nei giorni scorsi per far credere, a chi gli presta ascolto, che la pandemia fosse finita, adesso si è inventato una serie di punti per combatterla.

E già questo è il primo paradosso. Per gli altri basti vedere il primo punto in cui il Matteo della Lega parla di test, il cui numero deve essere incrementato. 

Secondo quanto ha mostrato la trasmissione Report andata in onda lunedì, il deputato e segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, la scorsa primavera mandava messaggi agli amministratori lombardi eletti tra le proprie fila per fermare i test sierologici che avevano iniziato a fare nei rispettivi comuni, autonomamente, perché non conformi con quelli indicati dalla regione. Chi avesse continuato ad eseguirli, come il sindaco di Robbio, sarebbe stato fuori dalla Lega. Salvini era stato avvertito - secondo quanto dichiarato da Grimoldi - e aveva dato il suo assenso. 

Per quale motivo? Report ci dice che la regione Lombardia nel frattempo aveva siglato un accordo per quel tipo di test con l'azienda DiaSorin, ignorando l'offerta di un'altra azienda simile che i test li aveva già disponibili. Fontana e Gallera avevano affidato, senza una gara, un appalto milionario a DiaSorin... nonstante non fosse in grado di consegnare fin da subito i test: sarebbero stati disponibili solo dopo un mese!

E adesso Salvini, uno con queste "referenze", non solo vuole dirci che cosa fare per fermare il virus, ma anche dare indicazioni su quali debbano essere i metodi per curarlo... a partire dall'idrossiclorochina di Bolsonaro e Trump, dimenticandosi però di aggiungere anche i mojito a base di varechina.