La legge n.8224 del 13 dicembre, approvata dal Parlamento unicamerale ucraino, la  Verchovna Rada, ha scatenato forti polemiche da parte dei rappresentanti di Romania e Ungheria. Tale legge, non ancora promulgata dal presidente Zelensky, è stata pensata per completare il quadro normativo del trattamento dei cittadini appartenenti alle minoranze nazionali.

Quelle romena e ungherese, in particolare, sono molto numerose e organizzate e hanno dunque espresso la propria contrarietà al contenuto della legge e al modo della sua approvazione.

Ciò che temono è una discriminazione di fatto e ormai anche di diritto, un’ulteriore compressione dei loro diritti di cittadini a livello scolastico, giuridico e amministrativo che va palesemente contro i valori europei. Il percorso di integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea richiede quindi diverse correzioni.

Dal Ministero degli Esteri romeno è giunto un comunicato ufficiale in cui spiega le ragioni del suo sdegno. L’eurodeputato Rareș Bogdan si augura che Zelensky rimandi indietro la legge, che lui definisce come qualcosa di ingiusto e offensivo, soprattutto alla luce della grande solidarietà che il governo di Bucarest e le famiglie romene hanno offerto ai profughi ucraini.

A loro volta, le associazioni degli ungheresi della Transcarpazia hanno protestato con forza. Di recente i magiari di Ucraina sono stati vittima di episodi di minaccia e intimidazione.

Circola un video in cui un uomo dal volto nascosto sta di fronte a un cartello stradale della città di Berehove e dice di sapere dove vivono gli ungheresi e i loro figli e ne preannuncia una brutta fine. Un paio di mesi fa, invece, nella città di Mukachevo (Munkács in ungherese) le autorità municipali hanno sostituito la statua del turul, il falco mitologico ungherese, con il simbolo nazionale ucraino, il tryzub.