"Il Governo Draghi ha compiuto una scelta importante e coraggiosa verso l'Obbligo Vaccinale. Con il nostro pieno sostegno. È la direzione giusta che serve all'Italia e all'Europa. Avanti con fiducia".
Queste le parole del segretario dem, Enrico Letta, a commento della decisione presa dall'esecutivo nell'ultimo CdM, in cui è stato imposto l'obbligo vaccinale per gli over 50.
Ma al di là della necessità di costringere quelle persone a vaccinarsi per entrare nel luogo di lavoro (dove dal 15 febbraio sarà richiesto loro il Green Pass rafforzato), quali saranno le conseguenze per i non vaccinati a partire dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale?
Per averne certezza bisognerà leggere ciò che sarà scritto in Gazzetta, mentre in base alle anticipazioni, il "disagio" si concretizzerebbe in una multa da 100 euro comminata dalla Agenzia delle Entrate che verificherà i dati sanitari degli over 50.
A parte la modalità di riscossione della multa - che ha fatto infuriare FdI che parla di violazione della privacy annunciando una prossima interrogazione parlamentare - quello che ha sorpreso molti è l'onere della multa.
È sensato comminare una sanzione da 100 euro (una tantum) a chi non si vuol vaccinare, quando ne ha spesi già centinaia in tamponi proprio per tale motivo?
Molti Stati non hanno applicato l'obbligo vaccinale proprio in relazione all'impossibilità di definire quelle che dovevano essere le conseguenze per i "reprobi", escludendo come impraticabile l'ipotesi di somministrazione forzata dopo un rastrellamento porta a porta.
Così, in molti hanno criticato l'iniziativa, a partire persino dal sempre "allineato" virologo massmediologo Roberto Burioni, che in un tweet ha bollato l'iniziativa in questi termini:
"Dare a chi evade l'obbligo vaccinale una multa (100 euro) una tantum più o meno equivalente a due divieti di sosta (41 euro x 2) rende l'obbligo stesso una grottesca buffonata. Dispiace vederla arrivare da un governo che si credeva serio. Spero di avere capito male".
In realtà la misura, che non si sa bene perché non sia stata estesa a tutte le fasce di età, fa da apripista al green pass rafforzato per tutti i dipendenti pubblici e privati a partire dal 15 febbraio... una sorta di invito per ricordare loro che per andare al lavoro non sarà più sufficiente il tampone.
L'altra interpretazione dell'iniziativa del Governo, forse la più azzeccata, è quella che vede una maggioranza allo sbando che, mentre sta affilando i coltelli per affrontarsi in occasione delle prossime presidenziali preparando trappole e tranelli per gli avversari da rivendere poi in chiave propagandistica in attesa delle elezioni politiche ritenute imminenti, cerca di far credere agli italiani che esista ancora un esecutivo in grado di guidare il Paese ricorrendo ad un presunto pugno di ferro tramite un decreto che in realtà finisce solo per aggiungere confusione a quella già in atto.
Sull'argomento, in attesa dell'ufficialità, arriva un chiarimento dalle inesauribili "fonti di Palazzo Chigi", stavolta riportate dall'agenzia Askanews:
Le sanzioni per gli ultracinquantenni non vaccinati sono:
- 100 euro per il fatto di non essersi sottoporsi alle somministrazioni pur essendo obbligati a farlo;
- sospensione dal lavoro, senza retribuzione, se chi è obbligato al vaccino è un lavoratore;
- sanzione da 600 a 1500 euro se l'aver disatteso l'obbligato al vaccino viene riscontrato sul luogo di lavoro quando sarà necessario il green pass rafforzato (ottenibile solo con vaccinazione o guarigione). In caso di reiterata violazione la sanzione è raddoppiata.
"Queste sanzioni – dicono da Palazzo Chigi – si aggiungono a quelle già contemplate dalle norme che hanno prescritto il green pass rafforzato per accedere a determinati servizi e attività (ad esempio, ristoranti, palestre, treni, autobus, cinema, teatri, stadi ecc.). In questi casi, infatti, chi è obbligato al Green pass rafforzato (indipendentemente dall'eta) è sanzionabile con multe da 400 a 1000 euro se ne è privo nei luoghi in cui è richiesto".