La Ecclesia Protestante "Christadelphians", nell'ambito di un progetto legato a benessere e salute, ha condotto una serie di interviste campione in alcune città della Romagna, al fine di comprendere quali siano i comportamenti definibili come "virtuali" nell'ambito della vita sociale e responsabili di diverse fra le patologie più diffuse nella popolazione italiana.

Le preoccupazioni, in quanto tali, sono considerate nelle Scritture Greche e, ad esempio,  Matteo ne parla in  6:25-34:«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?  Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?  E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano;  eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.  Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno».

Questo per quanto riguarda ciò che i Vangeli ci dicono sul corretto modo di organizzare e condurre la propria vita.

Ma veniamo alla ricerca.

I risultati, anche se ripuliti di ogni "retorica" tipica in chi viene intervistato riguardo al proprio stile di vita, hanno indicato una propensione al riprodursi di situazioni ansiogene di ogni genere anche nei cittadini meno colpiti, ad esempio, dalle problematiche legate all'inflazione, alla sicurezza, al consumo energetico, all'equilibrio eco-sostenibile.

Inutile dire che il campione più rappresentato è quello di coloro che temono la perdita del lavoro, seguiti a ruota da chi paventa la possibilità di ammalarsi di patologie gravi, debilitanti o terminali.

Molti fra loro hanno definito "problematico" il proprio rapporto con la spiritualità declinando di non sentirsi appartenenti o praticanti di nessuna Chiesa, pur sentendo di credere in Dio e in Cristo Gesù.

In tanti, inoltre, affermano di partecipare a riti cattolici o protestanti ma di non trarne i benefici sperati, un problema che coinvolge in prima persona coloro che sono deputati a presiedere a queste liturgie o predicazioni.

Ora, per  passare dallo spirituale alla scienza applicata, due nuovi articoli di ricerca su riviste specializzate pubblicati dal British Medical Journal hanno gettato nuova luce su quali comportamenti nella mezza età potrebbero aiutare a migliorare le nostre possibilità di godere di buona salute più avanti nella vita.

Il primo studio ha rilevato che relazioni soddisfacenti con partner, parenti, amici e colleghi sono legate a un minor rischio di accumulare più condizioni di stress a lungo termine in età avanzata.

Lo studio ha esaminato i dati di quasi 8.000 persone di età compresa tra 45 e 50 anni quando lo studio è iniziato nel 1996.

I risultati evidenziano "i vantaggi di avviare o mantenere relazioni sociali di alta qualità e diversificate durante la mezza e la prima età", hanno spiegato.

"In secondo luogo, a livello di comunità, gli interventi incentrati sulla soddisfazione o sulla qualità delle relazioni sociali possono essere particolarmente efficaci nel prevenire la progressione delle condizioni croniche"."In terzo luogo, a livello nazionale e globale, le connessioni sociali dovrebbero essere considerate una priorità di salute pubblica nella prevenzione e nell'intervento delle malattie croniche".