Davide D’Arcamo , è uno chef  palermitano  che coltiva la sua passione per la cucina fin dalla tenera età.

I critici lo definiscono tenace, ambizioso, bravo e fortunato.

Qualcuno lo ha pure definito miracolo mediatico in quanto arriva diretto con la sua semplicità e umiltà nel cuore della gente che lo segue e lo stima. Autore di 6 libri tutti diversi tra loro viene intervistato da Odeon Tv nel 2010 e improvvisamente cambia tutto, il suo libro Cucina Siciliana edito da Armando Siciliano Editore è tra i più apprezzati al Salone internazionale del libro di Torino.

Chef per passione riceve numerosi premi, tra cui il premio “Sette note per la vita” .

Oggi abbiamo avuto il piacere di conoscerlo a Napoli al premio ”Cucina Mediterranea” e davanti al meraviglioso paesaggio di Mergellina abbiamo l’onore di intervistarlo chiedendogli il minimo indispensabile perché la sua emozione è già visibile e non vorremmo accentuarla.

Lei ha iniziato la sua carriera molto presto, e immagino non sia stato semplice raggiungere i traguardi che hai poi ottenuto. Innanzitutto, quali pensi siano state le tappe più importanti, quelle che hanno avuto più peso?

In effetti mi capita spesso di soffermarmi a pensare che sono più di 30 anni che svolgo questo mestiere, e non le nascondo che ogni singolo anno trascorso nel mio lavoro mi ha regalato tantissime emozioni. Ho provato gioie e dolori, e ho dovuto lottare moltissimo.

Venendo dal Sud ho anche dovuto battermi contro un sentimento diffuso di razzismo, per il quale non contano la capacità e il talento, ma soltanto chi sei e da dove vieni. Io però penso che se nella vita e nel lavoro sei umile, non ti abbassi a elemosinare considerazione e vai avanti per la tua strada seguendo i tuoi sogni e la tua passione, a un certo punto arriva un momento dove sono gli altri ad accorgersi di te. Almeno, per me è andata così. Da quando ho cominciato a scrivere libri, sono stato chiamato all’estero, mi hanno chiesto consulenze importanti e sono stato invitato in radio e in tv. Anche chi prima mi snobbava ha cominciato a rendersi conto che se un professionista lotta per 30 anni e riesce sempre a portare avanti la sua passione, vuol dire che nel profondo del cuore crede davvero in quello che fa.

Poi lei è diventato anche scrittore, cimentandosi in ben sei libri di cucina. Ce ne parla brevemente di questa esperienza di scrittore.

Ho iniziato per una sorta di scommessa con me stesso, volevo che il mio lavoro rimanesse indelebile e credo che non ci sia niente di meglio di un libro per assicurarsi la durata nel tempo.

Ho scritto il primo libro, A tavola con lo chef, pubblicando 180 ricette inedite; poi tutto è successo da solo nel senso che i numeri mi hanno dato ragione, il consenso della gente è stato per me inaspettato ed io non finirò mai di ringraziarli

Negli anni ho capito la differenza di autore e scrittore, qualcuno oggi mi definisce un bravo scrittore e questo mi riempie di orgoglio perché quando scrivi col cuore e vuoi che ciò che scrivi arriva a chi legge dietro c’è un duro lavoro.

Lei ha realizzato la sua ultima fatica letteraria scrivendo un romanzo che non definisce una sua Biografia, ci spiega invece come lo definisce?

Il mio ultimo libro in effetti non è una mia autobiografia, ma in esso racconto molto di me, e soprattutto racconto quanto è importante credere ai sogni, quanto è importante l’amore della famiglia e soprattutto la tenacia, perché spesso i giovani gettano la spugna troppo in fretta.


Lei oggi ritirerà un premio importante a Napoli , non è dispiaciuto che non sia la sua città a  consegnarglielo.

Beh io amo la mia città e dal punto di vista lavorativo ho veramente fatto molto per lei, l’ho rappresentata molte volte all’estero, ma sono felice ugualmente anche se è la città di Napoli a consegnarmelo, peraltro ritengo che Napoli e Palermo si assomigliano molto, entrambi sono due città con mille problematiche ma allo stesso modo sono meravigliosamente belle, fatte di cultura e tanta brava gente.

Infine, che consigli darebbe ai giovani che si affacciano oggi, con difficoltà, nel mondo del lavoro e soprattutto a quelli che cercano di trovare spazio nel settore della cucina e della gastronomia, della letteratura ed in generale dell’arte?

Sicuramente il consiglio che voglio dare è quello di credere sempre nei propri sogni, nelle proprie ambizioni, e di non ascoltare chi pensa di essere un maestro e tende a dare giudizi affrettati. Questo lavoro, come tanti altri, richiede sacrificio e impegno, ma se nel profondo del cuore si sentono di appartenere a questo mondo, allora non si deve gettare la spugna, dopo i primi pugni presi. Io ne ho presi davvero tanti e adesso, con gli anni, ho imparato a evitarli.

Che programmi lavorativi ha per il 2018?

Il 2018 spero che sia un anno fortunato per me, intanto posso anticiparvi che ho in cantiere due libri uno sulla cucina e l’altro un romanzo tratto da una storia vera, poi ancora non so con precisione intanto continuerò a svolgere il mio lavoro da Chef presso lo Zahira Resort in provincia di Trapani.

Ringraziamo lo Chef Davide D’Arcamo per averci concesso l’intervista e ancora in bocca al lupo e complimenti.

Grazie a voi per la vostra cortesia e crepi…..

Saluti da Mariangela Sorrentino