Il presidente Usa Donald Trump ed il presidente iraniano Hassan Rouhani, entrambi a New York in occasione della 73esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non si incontreranno tra loro.

Durante questa estate, Trump aveva ribadito che avrebbe incontrato Rouhani senza precondizioni per negoziare un nuovo accordo. L'offerta è stata ribadita domenica scorsa dal Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ed estesa al leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Khamenei.

Per Rouhani, nessun dialogo è possibile al momento tra Teheran e Washington, e non lo sarà neppure in futuro, almeno finché saranno in vigore le sanzioni Usa e non si tornerà agli accordi firmati nel 2015. Da parte sua, il presidente americano ha dichiarato  che non incontrerà il presidente iraniano Hassan Rouhani.

La pluridecennale contrapposizione tra Iran e Stati Uniti era in parte venuta meno con l'accordo sul nucleare sottoscritto da Barack Obama insieme all'Europa. Trump ha però stracciato tale accordo imponendo all'Iran nuove sanzioni, che a novembre avranno effetto anche sulle esportazioni di greggio, e minacciando i propri alleati dal continuare a fare scambi commerciali con Teheran.

Per quello che riguarda il medio oriente, Trump ha affidato la politica estera Usa nelle mani di Netanyahu che indica a Washington come agire in base agli interessi (di pancia) di Tel Aviv.


Successivamente, nel suo discorso all'Assemblea Generale, Donald Trump ha attaccato l'Iran definendola una "dittatura corrotta" che sta saccheggiando il popolo iraniano per finanziare le aggressioni militari compiute all'estero.

"I leader dell'Iran - ha detto il presidente Usa - seminano il caos, la morte e la distruzione, non rispettano i loro vicini, i confini e i diritti sovrani delle nazioni".

L'Iran, qualche giorno fa, aveva accusato gli Stati Uniti insieme ai paesi del Golfo suoi alleati di essere i responsabili dell'atto terroristico che aveva provocato la morte di 25 persone durante una parata militare nel sud-est del Paese.