L'ultimo scontro tra i due vicepremier che si contendono la guida del Governo ha riguardato lo spread. In calo di consensi rispetto ai dati di qualche tempo fa, il vicepremier Matteo Salvini martedì se ne è uscito dicendo che nella prossima legge di bilancio il Governo avrebbe potuto, anzi dovuto, sforare il deficit del 3%, aggiungendo anche che un debito del 130, 140% del Pil, non sarebbe da considerare un problema per l'Italia.

Silenzio in proposito del titolare della poltrona di Palazzo Chigi, in perfetta linea con il ruolo di "mezzano", termine con cui lo stesso Conte ha spiegato la sua partecipazione al Governo del cambiamento.

L'altro vicepremier, invece, ha subito commentato la dichiarazione del collega e alleato di governo come irresponsabile: «Mi sembra abbastanza irresponsabile far aumentare lo spread in quel modo, come sta accadendo in queste ore, parlando dello sforamento del rapporto debito-Pil, che è ancor più preoccupante dello sforamento del rapporto deficit-Pil. Questo è un Paese che ha 300 miliardi di evasione fiscale, un paese che ha grandi evasori da cui poter recuperare un sacco di risorse».

Dell'ennesimo caos ne ha approfittato anche il braccio destro di Salvini, il sottosegretario Giorgetti che ha riassunto l'ennesima contrapposizione tra i due capi politici di Lega e 5 Stelle con un «non si può andare avanti così». Una dichiarazione quasi epocale, che denota l'acume politico di Giorgetti che dopo quasi due mesi si è accorto, pure lui, che Salvini e Di Maio si stanno prendendo a pesci in faccia... su tutto.

Naturalmente, i cosiddetti mercati hanno pensato bene di tradurre in denaro le dichiarazioni di Salvini, iniziando l'ennesima speculazione sui BTP, il cui valore differenziale rispetto ai titoli decennali tedeschi ha raggiunto i 280 punti, dopo aver sfiorato quota 290.

12 mesi fa lo spread BTP/Bund era a quota 130, 150 punti in meno di adesso. Difficile, stavolta incolpare il Pd e l'Europa.