«I'm looking at two states and one state, and I like the one both parties like. I can live with either one. I'm happy with the one they like the best.»
Con queste dichiarazioni, Donald Trump ha confermato le anticipazioni che erano state fatte in occasione dell'incontro con Netanyahu che ha avuto luogo mercoledì alla Casa Bianca. Il presidente americano, alla maniera di un Pilato qualsiasi, si è lavato le mani della questione israelo-palestinese, affossando la soluzione dei due stati che da decenni era stata scelta come l'unica possibile da parte delle Nazioni Unite e dei principali paesi della comunità internazionale.
Una manna per Israele. Infatti, già da tempo il piano di pace era ormai fermo. Adesso che potrà confidare nell'appoggio degli Stati Uniti che non forzeranno per una determinata soluzione, impedendo anche all'assemblea dell'Onu di pronunciarsi, Israele non avrà nessun interesse nel promuovere un qualsiasi accordo con i palestinesi, lasciando di fatto inalterato l'attuale stato di cose.
Unico neo della giornata per l'estrema destra israeliana, che aveva addirittura già annunciato piani per l'annessione della Cisgiordania, la dichiarazione di Trump su nuovi insediamenti nei territori occupati nel 1967. Il presidente americano ha invitato Netanyahu a riflettere sulla possibilità di sospenderne la realizzazione. Il premier israeliano non ha però fatto promesse al riguardo.
Da parte palestinese, la dichiarazione di Trump è stata definita come un ulteriore chiodo piantato nella bara del piano di pace, anche se una comunicazione in tal senso non è ancora arrivata in via ufficiale all'Autorità Palestinese.