"Desta grande preoccupazione il blocco dell’esportazione del grano dall’Ucraina, da cui dipende la vita di milioni di persone, specialmente nei Paesi più poveri. Rivolgo un accorato appello affinché si faccia ogni sforzo per risolvere tale questione e per garantire il diritto umano universale a nutrirsi. Per favore, non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra!"
Così, questo mercoledì, si è espresso papa Francesco dopo la catechesi all'udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro.
In realtà, il blocco dell'esportazione di grano dall'Ucraina è utilizzato ormai da tre mesi come doppio strumento di pressione da parte della Russia sia sull'Ucraina, per creare danni alla sua economia, sia sui paesi occidentali che hanno imposto pesanti sanzioni a Mosca che, per lasciar passare il grano ucraino nel Mar Nero, chiede che vengano ritirate.
C'è da dire anche che la richieste dei Paesi occidentali, soprattutto europei, in relazione allo sblocco del traffico marittimo commerciale nel Mar Nero da e verso l'Ucraina, non sono motivate solo da interessi esclusivamente umanitari. Infatti, l'inevitabile carestia che provocherà l'indisponibilità del grano ucraino in molti Paesi africani causerà una nuova e pesante ondata di migrazione verso gli Stati europei.